L’uomo
stava in disparte ad ascoltare ciò che gli altri presenti nella
stanza dicevano.
Era
una serata creata appositamente dal proprietario della ditta in cui
lavorava da circa un anno.
Era
il colla party, ma non c’erano colle da sniffare o droghe da
provare, era la serata dove i migliori venditori della ditta venivano
invitati per fare gruppo, un collante per lavoro come piaceva dire al
capo.
Era
una combriccola di dieci persone, dove tutti facevano a gara per chi
leccava meglio il culo al capo e bisogna dire che ce ne erano due
veramente bravi a farlo; tutte persone che lavoravano da oltre dieci
anni nella dita e solo l’uomo in disparte sembrava estraneo alla
cosa, forse perché era poco che lavorava con loro e li conosceva
appena, ma lui si era guadagnato l’invito perché nell’ultimo
anno era risultato il miglior venditore.
L’uomo
fissava il capo che stava raccontando di un suo viaggio nel Sud
America e delle donne che si era portato a letto e mentre lo guardava
pensava a sua madre che dopo aver generato e cresciuto tre figli e
provveduto alla casa, era stata lasciata dal marito dopo essere stata
picchiata puntualmente ogni giorno negli ultimi cinque anni della sua
vita coniugale e della sua vita, perché il giorno dopo che suo
marito la buttò fuori dei casa, venne trovata impiccata nel bilocale
dove era andata ad abitare insieme ai figli.
L’uomo
in disparte, appoggiato ad una colonna e con un bicchiere di cognac
in mano, continuava ad osservare il capo con tutto l’entourage
intorno che rideva o sorrideva a qualsiasi cosa veniva detta dal loro
superiore, sembravano un gruppo di galline intorno al gallo; ora il
capo stava raccontando di quando, per questioni di affari, fece
chiudere un orfanotrofio in Russia e mandò per strada decine e
decine di bambini.
E
l’uomo, senza togliere lo sguardo da loro, cominciò a pensare ad
altri bambini, a lui, a sua sorella e suo fratello gemello, pensò
all’infanzia terribile che li aveva fatto provare suo padre ed alla
vita di merda che fecero dopo la morte di sua madre. Quando accadde
sua sorella aveva sedici anni e lui e suo fratello soltanto dodici,
sua sorella cominciò a fare da madre per loro due, ma la vita era
difficile, non c’erano soldi e per procurarli cominciò a
prostituirsi e quasi contemporaneamente a drogarsi, passarono alcuni
anni e purtroppo anche lui e suo fratello cominciarono a farlo e
rubavano per avere i soldi, fin quando dopo circa sei anni, il giorno
del loro compleanno, suo fratello morì per overdose e sua sorella fu
uccisa dal suo protettore e loro pusher.
L’uomo
in disparte ed in piedi appoggiato alla colonna e con un nuovo
bicchiere di cognac in mano continuava ad osservare quel manipolo di
persone che adoravano o facevano finta di farlo quell’uomo di mezza
età che godeva nel vedere tutti ai suoi piedi.
Il
capo cominciò a raccontare aneddoti della sua vita e tutti
annuivano, sorridevano e ridevano a qualsiasi cosa lui narrasse,
anche se la maggior parte delle cose che diceva non erano divertenti
per niente.
E
l’uomo continuando a guardarli pensò alla sua vita dopo i diciotto
anni, quando rimase solo al mondo e con la droga dentro al corpo,
pensò a quando con i pochi soldi che riuscì a trovare prese un
aereo e fuggì in Brasile, pensò a quando arrivò a quel villaggio
dentro la foresta e gli abitanti del posto lo accolsero a braccia
larghe, pensò ai sacrifici che fecero loro e lui stesso per uscire
dal tunnel della droga, pensò a come loro riuscirono con l’amore a
ridarli la forza di vivere e come lui accolse felicemente questa
opportunità, pensò a come riuscì a rifarsi una vita e pensò ad
ora, a cosa era riuscito a fare, a dove era riuscito ad arrivare.
L’uomo
in disparte, serio ed accigliato, continuava ad osservare il suo capo
e gli altri suoi colleghi che gioiosamente gironzolavano intorno a
lui, era un momento di silenzio interrotto dalla voce del leccaculo
numero uno che chiese al capo di raccontare anche quest’anno la sua
vita matrimoniale perché c’era uno nuovo ed anche lui doveva
saperla.
Ed
allora il capo si accorse dell’uomo in disparte e fissandolo
cominciò a raccontare della sua ex moglie, una donna senza
carattere, buona a nulla neanche a letto, una donna che non sapeva
niente della vita e che si era uccisa alla prima difficoltà che
aveva incontrato. Raccontò poi dei figli a cui non aveva mai voluto
bene perché erano degli inetti, degli incapaci che non avrebbero mai
avuto successo nella vita ed infatti una era morta facendo la puttana
e l’altro era morto drogato.
L’uomo
in disparte con il bicchiere di cognac in mano fissava negli occhi il
suo capo senza battere ciglio e pensava a quanto era simile la sua
storia.
E
l’altro figlio, e l’altro figlio
continuava a chiedere il leccaculo numero uno, glielo
dica, glielo dica.
Il
capo appoggiò una mano sulla spalla del suo leccaculo preferito,
guardò l’uomo in disparte e con aria insolente disse che era stato
dato per disperso nella foresta amazzonica.
Come
vedete il mondo non è fatto per chi non ha forza e carattere,
ma soltanto
per chi ha le palle ed è questo che voglio da voi. Qui vogliamo
soltanto uomini con il carattere forte, non come la mia ex famiglia
che alle difficoltà ha reagito rovinandosi la vita. E questo vale
anche per te che sei l’ultimo arrivato.
L’uomo
in disparte posò il bicchiere sul tavolo vicino ad esso e dopo aver
fatto due passi in avanti chiese se poteva raccontare una storia lui
e senza aspettare risposta cominciò: Io
avevo un padre che picchiava quotidianamente mia madre e dopo cinque
anni la buttò fuori di casa costringendola a vivere con i figli in
un bilocale e poi mia madre si impiccò.
Il
capo lo guardava attentamente.
L’uomo
in disparte fece un altro passo in avanti e continuò il suo
discorso: Avevo
un gemello ed una sorella maggiore e non avevamo i soldi per vivere e
nessuno che ce li potesse dare, allora mia sorella cominciò a
prostituirsi per farci mangiare e poi tutti cominciammo a drogarci e
poi lui morì per overdose e mia sorella fu uccisa, sapete in
quell’ambiente le cose vanno così.
Il
capo cominciò a guardarsi intorno, le sopracciglia assunsero una
posizione di serietà ed alcune gocce di sudore fecero capolino sulle
tempie.
L’uomo
in disparte fece un ulteriore passo in avanti e disse che lui era
fuggito in Brasile e rinato grazie ad un popolo che viveva nella
foresta amazzonica.
Cosa
mi dici ora? Sono un uomo con le palle come chiedi tu oppure sono
quel figlio inetto ed incapace a cui non hai mai voluto bene? Eh
rispondi!
Il
capo cominciò a tremare nella sua poltrona, il sudore aumentò, la
voce divenne fioca.
Ora
basta, questo gioco non mi piace, non so dove vuoi arrivare ma è
meglio che tu la faccia finita, non ti conosco neanche!
L’uomo
in disparte fece un altro passo in avanti ed arrivò a circa due
metri dal capo.
Non
mi riconosci perché ho fatto una plastica facciale, avresti potuto
riconoscermi dagli occhi, ma dubito che tu ci abbia mai guardato in
faccia ed allora prima di mettere fine a questo racconto voglio
raccontare a tutti la verità, che picchiavi tua moglie l’ho già
detto, che hai violentato tua figlia lo dico ora e che torturavi i
tuoi gemelli non voglio che si scordi. E se per loro sei una
divinità, un ottimo culo da leccare, io ti dico che per mia madre,
per i miei fratelli e per me sei sempre stato uno stronzo e se sono
arrivato fin qua è soltanto per fartela pagare.
Il
capo tentò di alzarsi dalla poltrona, ma quattro colpi di rivoltella
gli impedirono di alzarsi per sempre.
Gli
impiegati cominciarono ad urlare e scappare, l’uomo in disparte si
versò da bere nel bicchiere e si sedette nella poltrona di fronte al
capo ormai senza vita.
Michele