giovedì 28 dicembre 2017

OPERE D'ARTE

Non siamo opere d'arte,
non chiedeteci di essere perfetti.




LA MIA COMPAGNA

La mia compagna è più brava di me
a ricucire gli strappi. In questo
è un'artista.
Sa trovare le parole da posare
sulle scottature d'un risentimento,
un tono di voce che scioglie
l'acido sapore della rabbia.
Non prende molto posto,
questa farmacia tascabile.
Ed è leggera come il guizzo
del suo sorriso.



Daniele
MEMENTO MORI

Lascio che la diga ceda
e l'acqua scenda a strappare alberi e anime
da esibire nella sua marcia trionfale
come trofei di morte.
Lascio televisione e media sociali
propinarmi l'ultimo grido del merlo
che ingurgita fango e soccombe.
Lascio che all'entrata dei porti
scolpiscano nuovamente Arbeit macht frei
davanti al mare che si fa camera mortuaria
nel gelo abissale.
Lascio televisione e media sociali
computare il numero di scarpe senza piedi,
di vesti senza corpo, di corpi senza fiato.
Lascio che il morbo mi roda con la pazienza
del tarlo, con la foga d'un bambino che gioca,
con morsa di tenaglia su ali di farfalla.
Lascio televisione e media sociali
rilevare le onde d'urto della disperazione,
i bip della capitolazione.
Lascio che Pollicino sia abbandonato
sul Citerone, le caviglie trafitte,
e che Ifigenia sia decollata vergine.
Lascio televisione e media sociali
accorrere sul luogo del delitto, in cerca di
testimoni e dell'intervista al mistero.
Lascio che sulla ringhiera d'un ponte
appassisca un mazzo di fiori, deposto
per chi una notte non trovò più la forza
di attraversarlo.
Lascio televisione e media sociali
provare a rintracciare nei flutti
la paura di vivere.


Daniele
MESSAGGIO

Dalla tasca interna del cappotto un tinnìo
annuncia l'arrivo d'un nuovo messaggio.
Goccia di suono che rimbalza sul vetro
della coscienza. E mentre mi accingo ad aprirlo,
il pensiero corre alla buona notizia a lungo aspettata,
al segno che la fortuna finalmente m'arride,
alla soddisfazione del "meglio tardi che mai"!
Ma stavolta è per dire
che le scarpe son pronte,
e che, se voglio, passi a prenderle
dalle tredici in poi.




LA PRIMA FRASE

E va bene: hai scrutato per ore, giorni e anni il paesaggio
sopra e sotto la linea dell'orizzonte; hai captato
per ore, giorni e anni le parole
degli adulti e dei maggiori.
Ora, fiöö, tusa, è venuto il momento di fare
il passo più importante: esci allo scoperto
e pronuncia la tua prima frase tutta tua.
Anche la più stupida!




QUANDO SI FUMA

Quando si fuma, spesso si pensa.
È una boccata di idee fresche,
un sorso rigeneratore che i polmoni
sopportano con un misto di rassegnazione
e di dissimulata fierezza.
Compendio di riflessioni da compilarsi
nel tempo limitato della combustione, a patto
di starsene da soli.



Daniele