martedì 24 settembre 2013


UNA COLLERA


Scendo in strada per sbollire una collera
privata. Rifiuto tossico da smaltire.
Mi pare sia una buona cosa frammentare,
distribuire nell’ambiente circostante porzioni
tanto piccole da risultare innocue.
Il centro città col suo movimento mi viene
incontro. Un primo pezzettino lo carico su un taxi
ancora vuoto. Un secondo lo faccio polverizzare
nel vortice di sirene spiegate.
E così procedo: ne mando a frantumarsi
sotto ai tacchi, a frullarsi nella porta girevole
d’un hotel, a incenerirsi in una pipa, a sciogliersi
in un avanzo di gelato. E il pezzetto in rimanenza,
vedo bene che non potrò che masticarlo
io stesso, per digerirlo poco a poco.



Daniele

mercoledì 18 settembre 2013

DATA UNA COSA

Dato un bicchiere, c’è chi lo vedrà
mezzo pieno e chi mezzo vuoto, e chi
privilegerà la fattura del cristallo.
Data una linea, c’è chi ne comprenderà
la lunghezza, chi ne apprezzerà lo spessore,
chi osserverà che non è spezzata.
Dato un colore, c’è chi ne valuterà
la tonalità, chi la densità, chi dirà
che è il risultato di una proporzione.
Data una cosa, c’è chi non vedrà niente
di tutto questo, e ne immaginerà un’altra.                        



Daniele


martedì 17 settembre 2013

FENOMENOLOGIA DEL BAR

Su quella sedia s’era già posato
un didietro profumato, poi un didietro
con la stoffa lisa e uno macchiato,
un didietro pomposo e uno vorace,
un didietro abituato a essere battuto
e uno di chi non vuol più troneggiare;
su quel tavolino s’erano già posate
mani intrepide e mani pedanti,
mani esordienti e mani ribelli,
mani segrete e mani devote,
mani fatate e mani vuote,
e mani di chi non vuol più salpare;
su quel pavimento erano già passati
passi frettolosi e passi stanchi,
passi senza scopo e passi leggeri,
passi infedeli e passi fatali,
passi goliardi e passi ancestrali,
e passi di chi non vuol più militare;
e le cose sarebbero continuate così
anche se fosse subentrata una nuova
gestione, anche se si fosse provveduto
a svecchiare l’arredamento, anche
se la città avesse conosciuto un’impennata
o un crollo, anche se il paese fosse stato
raso al suolo dalla guerra e ricostruito.


Daniele


mercoledì 4 settembre 2013

DOVREI DIRE

E ora dovrei dire Dio –
proprio qui e in questo momento –
come altri fecero e fanno,
ma la mano si ritrae e il pensiero.
Pure mi chiedo tra tante illusioni
che coltivo, perché proprio questa
debba essermi proibita.




NEL MIO CIELO

Nel mio cielo si confondono
le due orse con delfini dal naso
camuso, l’ariete con un tacchino
sul girarrosto; il mio cielo non conosce
che fantasie di vento, nuvole passeggere
e brevi tramonti silenziosi.




LA BANDIERA

Bianco vernice del molo
verde olio e acquarello azzurro :
ecco la bandiera del lago.
Ecco la mia bandiera !


Daniele