martedì 17 settembre 2013

FENOMENOLOGIA DEL BAR

Su quella sedia s’era già posato
un didietro profumato, poi un didietro
con la stoffa lisa e uno macchiato,
un didietro pomposo e uno vorace,
un didietro abituato a essere battuto
e uno di chi non vuol più troneggiare;
su quel tavolino s’erano già posate
mani intrepide e mani pedanti,
mani esordienti e mani ribelli,
mani segrete e mani devote,
mani fatate e mani vuote,
e mani di chi non vuol più salpare;
su quel pavimento erano già passati
passi frettolosi e passi stanchi,
passi senza scopo e passi leggeri,
passi infedeli e passi fatali,
passi goliardi e passi ancestrali,
e passi di chi non vuol più militare;
e le cose sarebbero continuate così
anche se fosse subentrata una nuova
gestione, anche se si fosse provveduto
a svecchiare l’arredamento, anche
se la città avesse conosciuto un’impennata
o un crollo, anche se il paese fosse stato
raso al suolo dalla guerra e ricostruito.


Daniele


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