mercoledì 20 novembre 2013

angelo nero



Il ragazzo aveva la classica faccia di quello che ogni mamma desidererebbe per la propria figlia, una faccia che ogni donna vorrebbe per se, una faccia che ogni maschio vorrebbe romperla. Pettinatura perfetta, sorriso affabile, lineamenti da bravo ragazzo, senza una peluria superflua e naturalmente vestito con cura, senza trasandatezza. Ecco, quello di cui anche i padri delle figlie, quasi quasi, si fiderebbero.
Tomas era così, piaceva a tutto il gentil sesso nessuna esclusa, cambiava continuamente fidanzate e riusciva a dare sempre la colpa a loro per la storia finita e le mamme davano ragione a lui, le ammaliava, le incantava, e le piantava, ma lui continuava ad essere quello....... adorato, desiderato.........
Ma nessuno conosceva, nemmeno Hanna la sua unica migliore amica, la verità su quel ragazzo, nessuno sospettava che quello era un diavolo travestito da angelo, un dottor Jekyll e mister Hyde, un tao umano. Lui era quello che durante il giorno era adorato da tutte le donne che conosceva, ma lui era anche quello che la notte era conosciuto come l’angelo nero, una delle più acclamate Drag Queen, l’attrazione del locale in cui si esibiva, la regina incontrastata del suo ambiente. Si faceva chiamare Angelo Nero, e il vestito con il quale si esibiva spiegava il perché, un abitino tutto attillato con delle penne dietro a forma di ali, naturalmente di colore nero. Aveva molto successo dove lavorava e aveva scelto di farlo lontano dal suo paese, perché aveva paura che se qualcuno fosse venuto a conoscenza di quel suo segreto, le cose sarebbero cambiate in modo negativo, non era omosessuale o per dirla meglio, lui preferiva definirsi un uomo lesbico, a lui piacevano le donne, però pensava da donna e gli piaceva vestirsi come le femmine, adorava truccarsi, amava sentirsi donna, ma allo stesso modo le amava,  gli piaceva toccarle, baciarle e fare l’amore con loro. E per lui era difficile convivere con questa sua doppia personalità,  avrebbe voluto vestirsi da donna sempre in qualsiasi momento e non soltanto per lavoro, ma questo sicuramente, nel suo paese, lo avrebbe condizionato, non avrebbe potuto più avere gli stessi rapporti che aveva ora con le ragazze e le loro madri, si sarebbe messo in grosso conflitto con i ragazzi e gli uomini e il peggio sarebbe toccato certamente a lui, e allora era costretto a fingere e soffrire in silenzio. Soltanto nel suo lavoro, lontano da casa, lontano da tutti, si sentiva felice, si sentiva quello che era, si sentiva donna, si sentiva l’Angelo Nero. Era stato molte volte sul punto di confessare, questo suo lato oscuro, all’amica Hanna, ma non era mai riuscito nel suo intento, a volte perché la situazione creatasi glielo aveva impedito, altre volte per vergogna, altre volte perché era stato bloccato dall’arrivo di altre persone, fatto sta che non era mai riuscito a confessarle questo suo grande segreto. Questa mancanza gli portò sfortuna nel futuro, perché con l’outing volontario sei preparato ad affrontare qualsiasi situazione, ma quando vieni scoperto improvvisamente puoi trovarti di fronte a situazioni difficili da superare (affrontare), sei impreparato a gestire la cosa e i danni possono essere irreparabili. Naturalmente a Tomas successe proprio questo.
Una sera, un gruppo di amici e amiche decisero di andare a festeggiare il compleanno di una di loro, in locale alternativo lontano dal paese e decisero di andare al rinomato TRANSGENDER GENERATION, famoso ritrovo di persone sessualmente alternative e non solo, dove potevi mangiare, bere, ballare e naturalmente assistere a spettacoli vari. Avevano prenotato da parecchio tempo i tavoli per mangiare e festeggiare e felici e contenti di passare una serata diversa dal solito, in un locale molto diverso da quelli abitualmente frequentati, si accomodarono a sedere tra scherzi, risate e sollazzi. La serata passava piacevolmente e le pietanze erano molto gustose, la musica di sottofondo era gradevole e gli spettacoli meritavano di essere visti. Sul palco si erano alternate alcune drag queen che avevano ballato sulle note di Cabaret, West Side Story e Hair, brave ballerine che facevano da contorno allo spettacolo clou tanto atteso da tutti i presenti.
Finalmente le luci si spensero, tanti piccoli led blu posizionati sul soffitto cominciarono ad illuminare il palco, e contemporaneamente all’arrivo della drag queen più amata e richiesta, una pioggia di piccoli cuori invase tutta la sala e le note di L’Amore è Femmina cominciarono ad uscire dalle casse ben nascoste. Un boato di assenso accompagnò quella entrata, seguito da un fragoroso battimano e poi come in un religioso silenzio tutti ad ascoltare quella voce soave e guardare quel corpo muoversi in maniera sensuale. L’Angelo Nero aveva fatto il suo ingresso, sorrideva vedendo tutta quella gente che lo idolatrava e lo acclamava, era un trascinatore e i seguaci lo accontentavano, tutti tenendo il tempo con li battito delle mani cantavano insieme a lui, e più lui li incitava e più loro partecipavano entusiasti, anche il gruppo di amici arrivato per festeggiare il compleanno erano stati ammaliati e rapiti da quella nera figura sul palco e anche loro si unirono agli altri presenti. Ma a volte il destino gioca brutti scherzi, e dato che qui c’è un angelo di mezzo, si potrebbe dire che il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi, e siccome tra quel gruppo di amici c’era anche Hanna, che riconoscendo il suo migliore amico, inavvertitamente si lasciò scappare dalla bocca quello che aveva visto e purtroppo, pur nella gran confusione che c’era, qualcuno dei suoi compagni capì e quello lo disse all’altro e così via, nel giro della canzone tutti lo seppero. Naturalmente cominciarono tra loro le illazioni, i sospetti, i te lo dicevo io e per il resto della serata l’argomento fu quello. Hanna si defilò da loro e cercò in tutti i modi di arrivare al camerino di Tomas, ma trovò molta difficoltà e molta resistenza, per caso lui la vide e fece in modo di farla arrivare fino a lui. Si guardarono senza parlare per qualche minuto, poi lo abbracciò forte e gli sussurrò tutta la sua ammirazione, lui cercò di scusarsi per averle nascosto quel segreto, ma lei lo tranquillizzò, gli confessò che anche gli altri lo avevano acclamato e gli consigliò di farlo sapere a tutto il paese e di non vergognarsi di quello che stava facendo in maniera egregia.
Per vari motivi i due dovettero salutarsi, lei ritornò al tavolo con gli amici e lui si apprestò a concludere degnamente la serata con lo spettacolo di chiusura insieme ai suoi colleghi. Fu bellissimo, sicuramente la sua migliore interpretazione e dopo aver ringraziato gli spettatori manò un bacio verso la sua amica.
Il morale di Hanna, nel ritorno a casa, era diviso a metà, da una parte era felicissima di aver visto ed ammirato il suo amico, ma dall’altra parte era scontenta del modo in cui parlavano alcuni dei suoi amici, li tacciò come invidiosi, cattivi e razzisti, ma alla fine i discorsi si tramutarono in risate.
Tomas, invece era soltanto contento mentre raggiungeva casa, in un solo attimo si era liberato di due pesi, era riuscito a far sapere il suo segreto, anche se per caso, a Hanna ed a una parte del paese. Sembrava tutto a posto, aveva visto i suoi compaesani battere le mani ed acclamarlo ed aveva avuto la conferma che la sua migliore amica gli voleva veramente bene. Si addormentò con il sorriso sulle labbra.
La mattina decise di andare a fare colazione al bar della piazzetta in centro paese, immaginava che ormai tutti sapevano tutto, si preparava mentalmente ad affrontare la situazione, ma era tranquillo e rilassato.
Ma quando arrivò si accorse subito che l’atmosfera era strana, non come quella che si era immaginato, le persone di una certa età donne e uomini evitavano il suo sguardo e non rispondevano al suo saluto, qualche mamma addirittura portarono via i bambini al suo passaggio, molti adolescenti ridavano indicandolo, si sentì spiazzato, il palazzo d’illusione che si era creato stava crollando improvvisamente, decise immediatamente di tornare indietro e rinchiudersi nel suo dolce nascondiglio che gli offriva la casa.
Il telefono squillò, era Hanna e mentre stava rispondendo una decina di ragazzi uscendo da un vicolo gli si posero davanti. Lui cercò di evitarli, intuendo che qualcosa non andava, ma loro si disposero a cerchio lasciando lui nel mezzo, contemporaneamente all’udir “finocchio di merda” un pugno lo colpì violentemente al volto, lui cascò in terra ed il cellulare pure, la voce di Hanna stava chiedendo che cosa stava accadendo, ma Tomas non riuscì a risponderle perché i colpi si susseguirono e pugni e calci colpirono ogni parte del suo corpo, tutto accompagnato da grida di incitamento del gruppo di ragazze formatosi all’istante e dalle offese pronunciate da coloro che lo colpivano.
Quando riprese conoscenza era rimasto completamente solo in quella stradina, aveva dolore ovunque, assaporava il sangue in bocca, sentiva tutto ovattato e riusciva a vedere da un solo occhio. Vomitò aggiungendo dolore a quello che già provava. Cercò di alzarsi ma non ci riusciva, poi due braccia lo aiutarono a farlo, lentamente si mise sulle gambe e reggendosi a mala pena si incamminò verso casa accompagnato dalla persona che lo aveva aiutato, a poco a poco cominciò a sentire la voce che gli stava parlando, riconobbe la sua amica Hanna e girandosi verso di lei con l’occhio buono ma annebbiato cominciò a distinguere anche i suoi tratti, l’abbracciò e pianse e lei con lui. Stettero abbracciati per qualche minuto, poi lei lo sorresse fino alla macchina e si diressero verso l’ospedale.
La degenza durò circa quindici giorni, e solo lei e sua madre andarono a trovarlo, lui, al contrario di quello che gli suggerirono entrambe, non volle fare denuncia verso nessuno di quelli che lo avevano picchiato ed offeso, li aveva riconosciuti tutti, ma non volle intraprendere alcuna azione legale nei loro confronti. Decise che quando sarebbe uscito, sarebbe andato via dal paese, sarebbe andato ad abitare lontano da quel posto che lo aveva rifiutato, la mamma non era contenta, lo avrebbe voluto lì con lei, ma lui disse che era meglio per entrambi, lui lontano da quel posto avrebbe continuato a vivere come voleva e non come gli altri avrebbero voluto e lei non avrebbe dovuto vivere con l’angoscia che suo figlio poteva essere picchiato ogni momento.
Hanna era triste della decisione che aveva preso Tomas, avrebbe voluto essere al suo fianco per aiutarlo nei momenti difficili che avrebbe potuto incontrare nella sua vita, non voleva che andasse via, non voleva perderlo, ma capì che per lui sarebbe stato difficile rimanere al paese, che sarebbe stato impensabile reintegrarsi con quelli del posto. Piangendo capì ed amaramente accettò.
Nei giorni seguenti Tomas decise il posto dove andare ad abitare, cerco tramite internet un alloggio e naturalmente un locale dove andare a lavorare. Per il lavoro non ci furono problemi, era conosciuto ed apprezzato nel suo ambiente e il locale LE FOLLIE PER TE fu felicissimo di averlo tra di loro, per la casa invece ci furono più difficoltà, gli affitti erano sproporzionati in confronto alla grandezza dell’abitazione ma per fortuna, con l’aiuto del proprietario del locale, riuscì ad acquistarne una piccola ma pagata il giusto.
Il giorno della partenza, alla stazione, Tomas era solo con sua madre, naturalmente non si aspettava nessuno dei concittadini, ma con amarezza notò che neanche Hanna era venuta a salutarlo. L’altoparlante comunicò ai passeggeri che il treno sarebbe partito dopo cinque minuti, e la vide arrivare sorridente, anche lui sorrise sentendo il cuore battere fortemente, aveva una valigia con se, lui le corse incontro e li chiese cosa significava quella valigia, lei rispose che aveva messo dentro qualche abito femminile per se e per lui. Tomas la guardò incredulo e perplesso e quando Hanna gli chiese se poteva partire con lui, la baciò sulla bocca e lei felicemente ricambiò.
Affacciati al finestrino, mano nella mano, salutarono la vecchia vita e si avviarono verso la nuova.

Michele

3 commenti:

  1. Mi piace l'ambientazione del racconto tra i diversi del sesso, coraggioso, nuovo anche da parte tua, mi pare... complimenti!

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  2. Insieme alla figura invece tipica dell'amico o dell'amica pronto a seguirti ovunque...

    Dan

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