"Paolo, sveglia, sono le tre del pomeriggio, è già una
settimana che ti alzi tardi e non mangi niente, ti ho fatto i ravioli, dai
svegliati e vieni a mangiare."
-Tutte le volte così- mormorò Paolo accorgendosi delle labbra
impastate e della assenza di saliva nel palato.
Almeno tu sei stato un grande, Che Guevara, mentre io sono qui a
rigirarmi tra queste lenzuola bianche e sudate, ci sarà qualcuno a giro per il
mondo a fare qualcosa di importante come hai fatto tu, rivoluzioni, lotte di
ideali, conquiste importanti. Certo che io non finirò mai attaccato al muro in
una qualsiasi camerina, accanto ad una sciarpa di quella squadra inglese,
............. come diavolo si chiama? Ah si, Everton, lo ricordo perché anche i
Pink Floyd facevano il tifo per loro o mi sbaglio?
Ma come mai mio fratello avrà questa sciarpa attaccata in camera
sopra il suo letto ed accanto alla foto del Che Gue? Che il Che Gue sia stato
tifoso dell'Everton?
Ho sete, devo bere, uffa, devo alzarmi, però se mi alzo devo
andare in cucina e mi vede mia madre, ma che noia potrà darmi quella povera
donna; vado, però lei quando ci si mette è veramente una rompiscatole, a Giulio
non rende una vita facile: hai finito di fare i compiti? Ti sei pulito dietro
gli orecchi? Non tornare tardi, ricordati che alle otto si cena e che diamine,
fallo respirare, fallo vivere. Però, quanti dispiaceri le ho dato io, sarà
rimasta scottata, eh si! Scusa Giulio, forse è stata colpa mia, Ok! Dai Paolo,
forza, alzati e vai a bere, e come la incontri la baci su una guancia, già un
bacio, la farei felice, è da quando ero piccolo che non lo faccio più ed anche
a me piacerebbe.
Dove saranno finite le ciabatte, non le trovo, metto quelle di
Giulio, mamma mia come si deve essere fatto grande Giulio, mi stanno lunghe le
sue ciabatte, io ho i piedi più piccoli dei suoi? Non ci posso credere, che
classe fa? Le medie o le superiori, non so!
Ok, vado, una guardatina allo specchio e vado, mamma mia come sono
brutto, guarda che borse ho sotto gli occhi, mi sgama la mamma, appena mi vede
dice qualcosa del tipo hai bevuto anche ieri sera? Hai fumato gli spinelli con
quei tuoi amici? Ed io, no mamma, perché? Ma cosa dici! Ed allora quei gonfiori
sotto gli occhi cosa sono? Non mi dire che sei stanco; non lavori, non fai nulla,
dormi tutto il giorno, dimmi come diavolo fai ad avere gli occhi in quella
maniera?
Ed io cosa le rispondo? Niente, non vado di là, accendo la
televisione ed aspetto che lei vada a fare la spesa. Che saporaccio che ha
questa sigaretta, ma che sigaretta è? Strano, è il solito tipo che fumo ormai
da anni, sarà per via della bocca impastata, devo bere od impazzisco, devo
trovare una soluzione per andare in cucina, questa camera sta opprimendo il mio
respiro, devo uscire, ok mi vesto, vado in cucina, bevo ed esco di casa! Certo,
è la soluzione migliore, ma se incontro la mamma? Speriamo di trovarla dopo che
ho bevuto, un bacio e via fuori all'aria aperta, e se la trovo prima? Già,
problema, se la trovo prima di andare in cucina .......... bacio e poi giù in cortile
a bere alla fontana, eh lo so che l'acqua non è potabile, fa schifo, ma intanto
mi bagno le labbra, il palato e già che ci sono, mi do una bella rinfrescata al
viso; che schifo che faccio, non ho più nemmeno il coraggio di stare a parlare
con la mamma, e con il babbo, non lo vedo quasi mai, lui sempre a lavoro ed io
in giro a bighellonare, anche con Giulio non parlo quasi più, non sapevo
nemmeno che aveva i piedi più lunghi dei miei, chissà se ha risentito del mio
allontanamento da lui, guarda, tiene anche la foto di noi due abbracciati,
sopra il letto con la sciarpa a mò di corona, dove eravamo? Ah si, è quando lo
portai a vedere la semifinale Italia-Argentina, era ancora piccolo lui, quanto
litigò la mamma: è sempre piccolo per andare allo stadio, stai attento, ma
perché porti anche lui, tienilo per mano. Era contento Giulio, la sua prima
partita, qui nella foto era sicuramente prima, ridevamo, eravamo euforici, poi
quei maledetti rigori, Serena, tiro, fuori e noi a disputare la partita per il
terzo posto, dovevamo vincerlo quel mondiale! Giulio, quanto mi mancano le tue
risate, le tue prese in giro, anche se mi arrabbiavo, devo uscire o la
commozione mi gioca un brutto scherzo, ho sete, caldo, mi manca il respiro ed
ho una gran voglia di piangere.
Grande fortuna, mamma deve essere con le sue amiche in sala, sento
le loro voci, perfetto, ora bevo, mi rinfresco il viso, le dico che esco ed è
fatta! Ed il bacio? Già , peccato non le do un bacio, sicuramente non vado in
sala con quelle pettegole delle sue amiche, la bacierò domani o stasera quando
rientro. Buona l'acqua, quando hai sete è la migliore bevanda, ti rinfresca
tutto il corpo, è utile l'acqua per mille cose, ti pulisce, ti disseta, ti
risveglia i sensi dentro.
Ora apro la porta della sala, saluto ed esco, ma se mi chiama
dentro? Vado via, ma sarei sgarbato e darei un altro dispiacere a mamma, ma se
entro, mi sgama e mi fa la paternale, cosa sarà meglio che faccia? Trovato! Mi
avvio verso il portone e quando passo davanti alla sala saluto e fuggo via,
devo fuggire da mia madre, dalla donna che mi ha concepito, allevato, nutrito,
protetto, coccolato, fuggo dalla donna che più mi ha amato, faccio veramente
schifo.
"Ciao mamma, torno stasera a cena."
"Ciao, stai attento e ricordati che si cena alle otto."
Sono proprio schifoso, un essere abietto, quando ha detto otto
avevo già chiuso il portone, avevo paura che venisse nell'ingresso. Sto
scivolando sempre di più verso il baratro, devo riuscire a farla finita con
questa vita squallida, piena di sotterfugi e patimenti, fatta di poche
sensazioni piacevoli racchiuse in un enorme realtà di merda.
Ecco SoraGina che guarda dal buco della porta, che donna
impicciona e curiosa, il gazzettino del condominio, se non sai gli ultimi
avvenimenti del caseggiato, invita SoraGina a prendere un thè, sarai informato!
Sembra una pubblicità: Vuoi sapere cosa ha fatto una vicina? Chiedi a SoraGina!
Chissà cosa avrà pensato vedendomi passare ridendo, che sono
felice e contento? Che ho trovato finalmente un lavoro? Macché, povera inutile
ficcanaso, stavo ridendo di te! Ah, il cortile, l'aria.
"Ciao Beppe, sempre alle prese con i motori?"
"Ciao Balocco, ormai la mia vita è con le mani sporche di
grasso, la tua moto che fine ha fatto?"
"L'ho venduta, ciao."
"Ciao."
Lo so cosa pensi, non me lo dici, ma lo pensi, sono stato uno
sciagurato ad averla venduta, era bella, vero vecchio Beppe, quante volte ci ha
messo le mani, quella piccola e vecchia figura, è un mito, Beppe dei motori se
ne intende parecchio, li smonta e li rimonta come niente fosse, chissà di chi è
quel motorino, sarà di Luca o di Morfeo, ma cosa diavolo sto dicendo, Luca sono
tre anni che è andato via e Morfeo, boh, chissà che fine ha fatto, sarà di
qualche ragazzino dei paraggi.
Sto male, sto soffrendo, devo decidermi a farla finita con questa
storia. con questa vita, con queste angosce, quante volte me lo hanno detto, ma
io non ho mai voluto crederci, stai tranquillo rispondevo io, la gestisco, la
controllo, maledetta eroina, come il canto delle sirene sei stata, dal paradiso
artificiale all'inferno quotidiano, ricordo quei ragazzi con cui uscivo prima,
che fumavano gli spinelli ed io che li scocciavo con discorsi rivelatosi poi
privi di fondamento, amici, prima o poi gli spinelli vi porteranno alla droga,
a quella vera, a quella che fa male ed invece loro continuano dopo anni a
fumarsi gli spinelli ed io mi faccio le pere, ho cominciato subito alla grande,
ho saltato spinelli, pasticche ed acidi e mi sono buttato sulle piste della
coca e subito dopo è iniziato il calvario, siringhe, cucchiaini, bustine,
filtrini, sempre peggio, sempre più in fondo. in un mondo alternativo al
normale, ma più merdoso e solitario, dove rimani solo con la tua droga, con la
tua astinenza, con la diffidenza negli altri.
Eh già che vitaccia, ma ora basta con tutto ciò, con queste
conoscenze, basta stasera lo dico alla mamma che voglio uscire da questo tunnel
dell'orrore, le spezzerò il cuore, lei è all'oscuro di tutto, ma sarà felice
che voglio uscirne, sarà contenta, saputo che sono un drogato, che ho deciso
con il suo aiuto di smettere. Chissà cosa penseranno di me, il condominio e
specialmente SoraGina, le sento già le sue parole: io lo immaginavo, sempre
così assonnato, con quello sguardo triste e sempre a vagabondare. Già dirà
così, ma chi se ne frega, io voglio uscirne a testa alta, voglio riavere la
forza di guardare nuovamente la gente negli occhi senza la paura che notino che
sono un tossico. Cercherò di far smettere anche Lillo, è tanto tempo che siamo
amici, siamo cresciuti assieme, abbiamo cominciato a bucarci insieme, chi fu il
primo? Penso di essere stato io a convincerlo a farlo, di essere stato io a
farli il primo buco, grande piccolo Lillo, quante ne abbiamo combinate da
quando ci conosciamo, anche il soprannome Lillo li ho dato, non ricordo neanche
più il perché, ora vado a trovarlo e li comunico la mia decisione.
"Ciao Lillo, figlio del vento e dell'oscurità, come te la
passi vecchio? Tutto ok, bene, molto bene, bello questo tatuaggio, è nuovo? Sei
andato dal Cispia a fartelo, buffo il tipo, ti ricordi quando ci facemmo il
primo? Tutti e due impauriti ed ansiosi, prima di entrare e dopo averlo fatto
eravamo felici di mostrarlo, la rosa tatuata ci faceva sentire importanti, i
migliori, gli unici. Venendo da te, Lillo ho pensato e riflettuto su di una
cosa che dobbiamo fare, Lillo, bisogna smettere, basta con questa merda di
droga."
"Hai ragione Balocco, ma è difficile farlo"
"No, Lillo, non dire così, se lo vogliamo, lo possiamo
fare"
"Balocco, lo sai che ho sempre fatto tutto con te, ma questa
volta non so se ce la farei, soltanto insieme ce la faremo, da soli no!"
"Lillo, amico mio, certamente staremo insieme, andremo in
comunità assieme, ci faremo coraggio e forza reciprocamente, ricordati vecchio se lo vogliamo possiamo."
"Hai ragione, se lo vogliamo possiamo."
"Da domani buon vecchio
Lillo saremo un'altra coppia, saremo diversi, domani ricomincerà una nuova
vita. Carina la tua casa, l'hai arredata molto bene, posso mettere un disco?
Cavolo, quanti dischi hai, questo di musica classica è perfetto, una nuova vita
ha bisogno di una nuova colonna sonora, basta con il rock, la musica drogata,
musica che ricorda gli sballi, i viaggi, rilassiamoci con altra musica,
purifichiamoci, eh Lillo? Come mai sorridi? Sei contento, ho piacere che anche
tu sia d'accordo, diventeremo dei grandi nella vita, eh Lillo? Io e te soci in
qualcosa, un'attività carina, ci sposeremo, avremo dei figli ed una vecchiaia
tranquilla, bella questa musica, non avevo mai ascoltato Chopin, incredibile
vero? Sapevo che esisteva, che è stato uno dei migliori, ma non avevo mai
ascoltato niente di suo."
"Dai Balocco, festeggiamo."
"Ok Lillo, festeggiamo alla nuova vita, al tutto nuovo, al
come era prima, cazzo Lillo, cosa sono quelle due siringhe?"
"Balocco, dai, non fare il cretino, l'ultima bustina,
l'ultimo nostro brindisi, l'ultima pera."
"Lillo Lillo, hai ragione, l'ultimo buco, quello da ricordare
insieme per il resto della nostra vita, dai forza, auguri amico mio, nel bene e
nel male, a noi due."
"A noi due, Balocco."
"E' una merda questa roba, ti ammazza, ti distrugge, ti
rovina, ma è schifosamente piacevole, ti distrugge fisicamente, ma quando è in
corpo, ti sembra di essere un superuomo, di poter fare qualsiasi cosa, vero
Lillo..................Lillo cazzo, cazzo Lillo cos'hai? Merda, respira
respira, Lillo dai, cazzo, sforzati, vomita, buttala fuori, respira, Dio, Dio
non puoi farci questo, avevamo deciso di smettere, cazzo, cazzo, Lillo non mi
lasciare, Lillo ci hanno fregato, era tagliata con chissà che merda, cazzo sto
male, cazzo, mamma perdonami, mamma aiutami, saluta babbo e Giulio, oh mamma
stiamo morendo, mamma salvaci, cazzo, ma non sente nessuno in questo palazzo,
aiuto cazzo aiuto, stiamo morendo, Lillo perché non rispondi
Lillo..........mamma il bacio, mam................ma."
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