venerdì 1 gennaio 2016

Auguriamo a tutti i nostri lettori, dopo prolungata pausa,
un anno sereno e provvidenziale!


DROGATO

I bambini danno la mano.
Io davo la mano alla mamma
e quando lo vedevamo, si produceva
nella nostra camminata un'esitazione.
Forse aveva la camicia sporca, lunghi
aveva i capelli, anzi lunghissime trecce fino
ai lombi.
Si diceva: drogato.
Avrei conosciuto la droga più tardi,
la storia dell'eroina negli anni '70.
Capita ancora che veda giovani
dalle lunghe trecce, e sempre
rivado all'esitazione,
al fremito che mi trasmetteva
la mano di mia mamma.




I MIEI SIMILI

Aspetto i miei simili per spiccare
il grande volo. Ma, venuta l'ora,
partirò anche solo?




L'ODISSEA

Per volontà di dèi
ostili - raccontava l'africano
l'altra sera
nel bar fumoso -
naufrago
sulla vostra terra.




CHARLIE

Era il giorno del massacro.
Tutti volevano essere Charlie.
Nessuno Naimah, Emir,
Ezechiel.




ESODO

Come in funesto incubo, gli uccelli
sono abbattuti in volo, mani
assassine frugano i nidi. Al collo
pesano catene e negli angoli delle case
si sparge il veleno. Ed è di nuovo: esodo.
Lungo i binari colonne di stracci
e nelle stive strozzati canti.
Chi è vivo parta, chi è morto
non ha sepoltura.




UN DESIDERIO

Ogni tanto mi sorprende
un desiderio di margherita,
con le sue ditina bianche
e l'occhio giallo che ogni
bambino sa disegnare;
e mi abbandono in un prato
dimenticato dalla falciatrice
e dal seminatore al lato
della strada.




IN UN GIARDINO DIPINTO

In un giardino dipinto sono entrato
dove si dice che il sole, stregato
da tanta bellezza, sia rimasto intrappolato
e da allora vaghi amoroso da un acanto
a un papavero, sfiorando con dita cangianti
le piume d'un pettirosso, l'ala d'un fringuello
inchinandosi alla quercia, odorando un melograno
con l'alloro ridendo, col mirto sedendo.
In un giardino dipinto sono entrato.




ARTE POVERA

Un oggetto luminoso,
hanno detto: una poesia ma
io pensavo il quarzo o la piuma
di cigno.
Un oggetto povero,
hanno detto: una poesia ma
io pensavo la ciotola
o il falcetto senza filo.
Un oggetto vero,
hanno detto: una poesia ma
io pensavo il sonno quando è dolce
o il dolore di madre.



Daniele










































Nessun commento:

Posta un commento