giovedì 31 gennaio 2013

AL TIRANNO

Signore, mi avete piegato non mi avete spezzato.
La mia forza l'ho messa nel figlio, l'ho
infusa alla figlia.
Pure Voi per piegarmi vi siete piegato,
per battermi per umiliare il mio orecchio.
Ora, Signore, siete stanco come me
perché m'avete battuto forte e i vostri figli
li avete tirati su col pugno stretto il polso fermo.
È la stagione del gelsomino ne trema l'aria
si sposano i giovani, vanno alla festa
vostro funerale. Muore il padre vede la luce
il pargolo, benedice ciascuno l'insperato
frutto d'amore.
I vostri figli, Signore, sono esangui e ubriachi
delle essenze di Palazzo, i bastioni si sciolgono in pianto.
Oggi voltare la terra sarà come mangiare
fichi secchi nelle sere al fuoco, soave.
È l'ora del ringraziamento, la mia stanchezza s'è rivalsa.
Signore, oro argento preziosi
tenete stretto per il funebre corredo.


Daniele

1 commento:

  1. Bene...... Un canto di ribellione nei confronti dei potenti....... Finché non toglieranno anche la libertà di parola urleremo le nostre proteste...... Hasta la victoria..... Siempre......

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