In
una gelida mattina, durante la sua lezione, un saccente professore insegnava la
sua filosofia della vita. Dopo tanto parlare dell’essere e non essere, di come,
di dove e di quando, lasciò la parola ai suoi laureandi allievi. Prese la
parola, dopo una lunga alzata di mano, una giovane dall’aspetto totalmente
contrario alla ragazza immagine e sentendosi tutti gli occhi presenti in aula
fissi su di lei stentò a parlare, ma dopo un accenno del professore a proferir
parola disse: Non le sembra di vivere in
una realtà irreale? A me pare una vita virtuale! Il silenzio calò nell’aula per qualche minuto,
poi il docente cominciò a snocciolare parole su parole aggirando la domanda
alla quale era stato chiamato a rispondere.
In
un pomeriggio primaverile, alcuni bambini tra i quattro e i sei anni stavano
giocando con altalene e scivoli nell’accogliente parco cittadino. Le mamme
insieme ad un bambino più grande li stavano osservando chiacchierando del più e
del meno, quando una di loro vedendo il giovane accanto a lei triste e
malinconico gli chiese cosa lo turbasse in quel malo modo. Lui rimase zitto e
pensieroso osservando il terreno tra i suoi piedi poi alzò la testa, fissò
negli occhi colei che gli aveva rivolto parola e tutto di un fiato esclamò: Sono gli alieni che hanno ucciso mio padre!
Una
domenica mattina, nella piccola chiesa di periferia, l’anziano parroco si
rivolse ai numerosi fedeli, intervenuti anche con la burrasca che stava
colpendo l’intera regione, con un sermone totalmente dedicato alla certezza che
c’era la mano di Dio su catastrofi, terremoti, inondazioni e tutto ciò che da
mesi stava colpendo il mondo. Secondo lui tutto ciò era una punizione per il
modo in cui stavamo trattando la natura e gli esseri umani, era per ammonirci
che se avessimo continuato a comportarci così, quello sarebbe stato il suo modo
per far finire questa storia. Poi finita la sua omelia chiese che tutti
pregassero affinché il bene prevalesse sul male, in modo da far placare l’ira
di Dio e ritornare ad una vita beata. Ma dal fondo della chiesa il matto del
paese si alzò in piedi e gridò: Non è Dio
a farci questo, sono loro e soltanto loro……. Ed indicando il cielo uscì
correndo
In
una fresca serata estiva, sei personaggi giocavano ognuno col proprio tablet
collegato ad un mega schermo al videogioco più in voga del momento, Inferno
sulla Terra. Il clima era sereno e tra prese in giro, risate, mugugni e
simpatiche imprecazioni la ludica storia entrava sempre più nel vivo, le due
femmine presenti sembravano essere in vantaggio con il punteggio e sorridevano
alle battute ironiche dei loro avversari maschili.
secondo giorno, seconda luna..........
In
un pomeriggio afoso, il professore saccente incontrò tra i corridoi dell’Ateneo
quella ragazza scialba che lo aveva sconvolto ed incuriosito con una domanda
durante la sua lezione. Si avvicinò e le disse; Ognuno gioca sul virtuale per crearsi una realtà più comoda! E
andandosene le strizzò l’occhio, lei lo osservò andar via con la bocca aperta
dall’incredulità e dopo aver scosso la testa, si portò il dito indice alla
tempia e con il pollice premette il virtuale grilletto di un’irreale pistola.
In
una mattina d’estate scaldata dal sole ma rinfrescata da una leggera brezza,
due mamme s’incontrarono tra le corsie di un supermercato e mentre riempivano i
carrelli parlarono del più e del meno, poi una di loro incuriosita dall’ultimo
incontro che avevano avuto chiese all’altra in quale modo era morto suo marito
e saputo che era deceduto in seguito ad un incidente stradale domandò perché
suo figlio attribuiva quella terribile fine agli alieni. La vedova rispose che
molto probabilmente, anzi sicuramente, il bimbo non aveva accettato quel
distacco traumatico dall’adorato padre e pensare che fossero stati loro gli
rendeva la separazione meno amara e dava al padre una morte eroica.
In
un pomeriggio tendente alla sera di una piacevole giornata d’inizio primavera,
colui che veniva chiamato matto del paese entrò nel Bar Osteria e si sedette
sullo sgabello davanti al bancone e dopo aver chiesto un grosso bicchiere di
latte cominciò a parlare all’oste barista: Giù
al paese nessuno mi vuol credere, dicono che sono matto, ma non è vero, sono
loro che son cretini, non mi vogliono dare retta, ma vedrai che poi ci
rimangono male! Hai capito!!! Esclamò infervorato. Si che ti ho capito, ma ogni volta che apri bocca stai a parlare di
quei maledetti alieni! Come si fa a darti ragione?! Rispose calmo l’oste. Perché ci son loro di mezzo, te la ricordi
la Teresina? La mucca che è morta prendendo la rincorsa per picchiare la testa
nel muro e poi via, ti sembra normale che migliaia di topi si siano suicidati
tutti insieme nel fiume? È colpa di loro te lo dico io!
In
una notte burrascosa, i sei amici continuavano a giocare, erano giorni che lo
facevano quasi ininterrottamente, erano collegati online contro altri
avversari, il gioco che inizialmente era tutti contro tutti ora si era
trasformato in una sfida tra squadre ed i sei personaggi si alternavano nel
mangiare e dormire per non lasciare mai il team con meno di quattro persone,
ormai la sfida era avanzata e nessuna delle squadre voleva abbandonarla, la
storia ludica era vicina alla conclusione e tutti si davano da fare per
conquistare la vittoria.
terzo giorno, terza luna........
In
una notte fresca e serena, il saccente professore stava leggendo alcune tesi
dei suoi allievi quando si soffermò a pensare alla vita ed a quello che aveva
detto quella ragazza, erano giorni che quella domanda lo tormentava. Davvero stiamo vivendo in una realtà
irreale? Cominciò a consultare alcuni suoi testi filosofici e tra un
bicchiere di vino ed un altro, tra un Schopenhauer ed un Nietzsche cominciò ad
avere ben chiara la sua opinione sul suo amletico dubbio. Non era la vita che
era irreale, ma l’irreale diventato vita. Cercò tra gli appunti il numero di
telefono della ragazza per comunicarle il suo pensiero e mentre lo stava
componendo, un fulmine colpì la casa uccidendolo all’istante.
In
una gelida notte, madre e figlio stavano guardando la televisione, lei chiese a
lui cosa stesse pensando ed egli rispose che ricordava il babbo e perché gli
alieni lo avessero ucciso, allora la mamma cercò di spiegargli che gli
extraterrestri non esistevano e quindi non erano colpevoli della morte del
padre. Lui la fissò negli occhi in maniera severa e le disse che anche il babbo
non credeva agli alieni e loro lo avevano ucciso. La mamma gli prese la testa
fra le sue mani, lo baciò sulla fronte e poi corse fino alla finestra
lanciandosi fuori dal quarto piano raggiungendo così suo marito.
In
una notte calda, durante la festa del paese l’uomo chiamato matto passeggiava
tra i banchetti ambulanti osservando con curiosità tutta la mercanzia esposta,
ma ben presto i commenti dei suoi compaesani lo stufarono e decise di andare
sulla collina ad osservare il paesello lucente e festoso. Non sopportava più
che lo prendessero in giro per via degli alieni: Peggio per loro se non ci credono e che poi non vengano a dirmi che non
li avevo avvertiti pensava mentre era seduto e rilassato a guardare le luci
del paese ed a sentire la musica lieve che saliva in alto. Fu distratto da un
forte rumore che proveniva da Est e guardando verso quella parte vide in pochi
attimi arrivare una valanga d’acqua che avvolse e portò via la musica, le luci,
la festa, il paese intero.
In
una notte illuminata dalle tre lune, i sei amici erano giunti ormai alla fine
del gioco, stavano dominando e si avviavano verso la vittoria finale.
Toh prendi questo fulmine, maledetto
tuttologo di un professore.
Ed oplà, un bel salto della signora e
splash tutti giù per terra, buon viaggio e salutami il tuo incredulo maritino.
Arriva arriva l’acqua, si spengono le
luci, si abbassano le musiche, fa festa la festa e come un mago faccio sparire
il paese degli scettici.
Perfetto!
Grande partita!! Abbiamo stravinto!!! Ed ora per festeggiare tutti a mangiare
fuori!!!!
MIchele
Non sono brava a far critiche, di sicuro non quando una storia letta tutta d'un fiato mi lascia a bocca aperta..
RispondiEliminaAh, dimenticavo, complimenti..
Sì, direi che l'effetto sorpresa è perfettamente riuscito! Bravo! Ma oltre che nella dimensione virtuale del gioco, quelle diverse storie hanno senso anche di per sé e fuori da ogni gioco, e questo rende il tutto più efficace e convincente.
RispondiEliminaDan