sabato 23 marzo 2013

Tre giorni, tre lune.........

primo giorno, prima luna......



In una gelida mattina, durante la sua lezione, un saccente professore insegnava la sua filosofia della vita. Dopo tanto parlare dell’essere e non essere, di come, di dove e di quando, lasciò la parola ai suoi laureandi allievi. Prese la parola, dopo una lunga alzata di mano, una giovane dall’aspetto totalmente contrario alla ragazza immagine e sentendosi tutti gli occhi presenti in aula fissi su di lei stentò a parlare, ma dopo un accenno del professore a proferir parola disse: Non le sembra di vivere in una realtà irreale? A me pare una vita virtuale!  Il silenzio calò nell’aula per qualche minuto, poi il docente cominciò a snocciolare parole su parole aggirando la domanda alla quale era stato chiamato a rispondere.

In un pomeriggio primaverile, alcuni bambini tra i quattro e i sei anni stavano giocando con altalene e scivoli nell’accogliente parco cittadino. Le mamme insieme ad un bambino più grande li stavano osservando chiacchierando del più e del meno, quando una di loro vedendo il giovane accanto a lei triste e malinconico gli chiese cosa lo turbasse in quel malo modo. Lui rimase zitto e pensieroso osservando il terreno tra i suoi piedi poi alzò la testa, fissò negli occhi colei che gli aveva rivolto parola e tutto di un fiato esclamò: Sono gli alieni che hanno ucciso mio padre! 

Una domenica mattina, nella piccola chiesa di periferia, l’anziano parroco si rivolse ai numerosi fedeli, intervenuti anche con la burrasca che stava colpendo l’intera regione, con un sermone totalmente dedicato alla certezza che c’era la mano di Dio su catastrofi, terremoti, inondazioni e tutto ciò che da mesi stava colpendo il mondo. Secondo lui tutto ciò era una punizione per il modo in cui stavamo trattando la natura e gli esseri umani, era per ammonirci che se avessimo continuato a comportarci così, quello sarebbe stato il suo modo per far finire questa storia. Poi finita la sua omelia chiese che tutti pregassero affinché il bene prevalesse sul male, in modo da far placare l’ira di Dio e ritornare ad una vita beata. Ma dal fondo della chiesa il matto del paese si alzò in piedi e gridò: Non è Dio a farci questo, sono loro e soltanto loro……. Ed indicando il cielo uscì correndo

In una fresca serata estiva, sei personaggi giocavano ognuno col proprio tablet collegato ad un mega schermo al videogioco più in voga del momento, Inferno sulla Terra. Il clima era sereno e tra prese in giro, risate, mugugni e simpatiche imprecazioni la ludica storia entrava sempre più nel vivo, le due femmine presenti sembravano essere in vantaggio con il punteggio e sorridevano alle battute ironiche dei loro avversari maschili.

secondo giorno, seconda luna..........
 

In un pomeriggio afoso, il professore saccente incontrò tra i corridoi dell’Ateneo quella ragazza scialba che lo aveva sconvolto ed incuriosito con una domanda durante la sua lezione. Si avvicinò e le disse; Ognuno gioca sul virtuale per crearsi una realtà più comoda! E andandosene le strizzò l’occhio, lei lo osservò andar via con la bocca aperta dall’incredulità e dopo aver scosso la testa, si portò il dito indice alla tempia e con il pollice premette il virtuale grilletto di un’irreale pistola.

In una mattina d’estate scaldata dal sole ma rinfrescata da una leggera brezza, due mamme s’incontrarono tra le corsie di un supermercato e mentre riempivano i carrelli parlarono del più e del meno, poi una di loro incuriosita dall’ultimo incontro che avevano avuto chiese all’altra in quale modo era morto suo marito e saputo che era deceduto in seguito ad un incidente stradale domandò perché suo figlio attribuiva quella terribile fine agli alieni. La vedova rispose che molto probabilmente, anzi sicuramente, il bimbo non aveva accettato quel distacco traumatico dall’adorato padre e pensare che fossero stati loro gli rendeva la separazione meno amara e dava al padre una morte eroica.

In un pomeriggio tendente alla sera di una piacevole giornata d’inizio primavera, colui che veniva chiamato matto del paese entrò nel Bar Osteria e si sedette sullo sgabello davanti al bancone e dopo aver chiesto un grosso bicchiere di latte cominciò a parlare all’oste barista: Giù al paese nessuno mi vuol credere, dicono che sono matto, ma non è vero, sono loro che son cretini, non mi vogliono dare retta, ma vedrai che poi ci rimangono male! Hai capito!!! Esclamò infervorato. Si che ti ho capito, ma ogni volta che apri bocca stai a parlare di quei maledetti alieni! Come si fa a darti ragione?! Rispose calmo l’oste. Perché ci son loro di mezzo, te la ricordi la Teresina? La mucca che è morta prendendo la rincorsa per picchiare la testa nel muro e poi via, ti sembra normale che migliaia di topi si siano suicidati tutti insieme nel fiume? È colpa di loro te lo dico io!

In una notte burrascosa, i sei amici continuavano a giocare, erano giorni che lo facevano quasi ininterrottamente, erano collegati online contro altri avversari, il gioco che inizialmente era tutti contro tutti ora si era trasformato in una sfida tra squadre ed i sei personaggi si alternavano nel mangiare e dormire per non lasciare mai il team con meno di quattro persone, ormai la sfida era avanzata e nessuna delle squadre voleva abbandonarla, la storia ludica era vicina alla conclusione e tutti si davano da fare per conquistare la vittoria.

terzo giorno, terza luna........

In una notte fresca e serena, il saccente professore stava leggendo alcune tesi dei suoi allievi quando si soffermò a pensare alla vita ed a quello che aveva detto quella ragazza, erano giorni che quella domanda lo tormentava. Davvero stiamo vivendo in una realtà irreale? Cominciò a consultare alcuni suoi testi filosofici e tra un bicchiere di vino ed un altro, tra un Schopenhauer ed un Nietzsche cominciò ad avere ben chiara la sua opinione sul suo amletico dubbio. Non era la vita che era irreale, ma l’irreale diventato vita. Cercò tra gli appunti il numero di telefono della ragazza per comunicarle il suo pensiero e mentre lo stava componendo, un fulmine colpì la casa uccidendolo all’istante.

In una gelida notte, madre e figlio stavano guardando la televisione, lei chiese a lui cosa stesse pensando ed egli rispose che ricordava il babbo e perché gli alieni lo avessero ucciso, allora la mamma cercò di spiegargli che gli extraterrestri non esistevano e quindi non erano colpevoli della morte del padre. Lui la fissò negli occhi in maniera severa e le disse che anche il babbo non credeva agli alieni e loro lo avevano ucciso. La mamma gli prese la testa fra le sue mani, lo baciò sulla fronte e poi corse fino alla finestra lanciandosi fuori dal quarto piano raggiungendo così suo marito.

In una notte calda, durante la festa del paese l’uomo chiamato matto passeggiava tra i banchetti ambulanti osservando con curiosità tutta la mercanzia esposta, ma ben presto i commenti dei suoi compaesani lo stufarono e decise di andare sulla collina ad osservare il paesello lucente e festoso. Non sopportava più che lo prendessero in giro per via degli alieni: Peggio per loro se non ci credono e che poi non vengano a dirmi che non li avevo avvertiti pensava mentre era seduto e rilassato a guardare le luci del paese ed a sentire la musica lieve che saliva in alto. Fu distratto da un forte rumore che proveniva da Est e guardando verso quella parte vide in pochi attimi arrivare una valanga d’acqua che avvolse e portò via la musica, le luci, la festa, il paese intero.

In una notte illuminata dalle tre lune, i sei amici erano giunti ormai alla fine del gioco, stavano dominando e si avviavano verso la vittoria finale.
Toh prendi questo fulmine, maledetto tuttologo di un professore.
Ed oplà, un bel salto della signora e splash tutti giù per terra, buon viaggio e salutami il tuo incredulo maritino.
Arriva arriva l’acqua, si spengono le luci, si abbassano le musiche, fa festa la festa e come un mago faccio sparire il paese degli scettici.

Perfetto! Grande partita!! Abbiamo stravinto!!! Ed ora per festeggiare tutti a mangiare fuori!!!!

MIchele
 

2 commenti:

  1. Non sono brava a far critiche, di sicuro non quando una storia letta tutta d'un fiato mi lascia a bocca aperta..

    Ah, dimenticavo, complimenti..

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  2. Sì, direi che l'effetto sorpresa è perfettamente riuscito! Bravo! Ma oltre che nella dimensione virtuale del gioco, quelle diverse storie hanno senso anche di per sé e fuori da ogni gioco, e questo rende il tutto più efficace e convincente.

    Dan

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