Basta con gli spargimenti di sangue,
per i quali tutto il mondo piange.
Basta con le mani avvolte nei guanti,
che rubano dalle tasche di tutti quanti.
Basta con falsità ed inganni,
di segreti e processi che durano anni.
Mafia, violenza e guerra,
porteranno alla distruzione della nostra terra
Capi di stato, uomini eletti dal parlamento,
ci han fatto conoscere dolore, angoscia e tormento.
Ma la vera forza del mondo è il cittadino,
vecchio, ragazzo e bambino.
Non ci deve essere lotta e screzio,
perchè chi comanda avrà paura del rumore del nostro silenzio.
Michele
sabato 22 dicembre 2012
La fine del mondo.........ultima parte............
Ad un tratto apparve il vecchio uomo che aveva donato
loro la casa e cominciò a parlare; fu un’esperienza strana perché la sua mente
percepiva frasi di guerra ed indicazioni di come farla, mentre le orecchie
ascoltavano frasi piene di ottimismo sulla profezia errata dei Maya, e capì
come mai gli abitanti del luogo ascoltavano sereni e rilassati senza
immaginarsi a cosa potevano andare incontro.
- Popolo Xanardiano, il grande momento sta arrivando,
l’inizio della WarDark è vicino, stiamo per ottenere una grande vittoria per il
nostro popolo, alle ore ventuno e ventuno minuti il grande ultrasuono si
abbatterà sul mondo provocando in tutto il genere umano la grande catalessi ed
in quel momento avrà inizio la nostra missione che consiste nell’uccidere tutti
gli umani che sono presenti in questo paese, in modo tale di mettere al sicuro
il nostro trasmettitore del segnale che è installato sul campanile della
chiesa, fatto questo invieremo un segnale a Xanar che potrà a quel punto
inviare le truppe dell’esercito per impadronirci del mondo intero; il
comandante di questa operazione è lui disse indicando Lapo e la sua squadra è
quella intorno a lui, quindi ogni suo ordine dovrà essere eseguito. Perciò
difendiamo il trasmettitore, uccidiamo tutti gli umani ed otteniamo la grande
vittoria. Viva Xanar, viva il grande impero. -
Un fragoroso applauso si abbatté sulla piazza e nel giro
di una decina di minuti sparirono quasi tutti e mentre la squadra si avviava
verso la casa Lapo, sentì nella sua mente :- Comandante Krotz101 siamo nelle
sue mani, ci porti alla vittoria, ci renda un popolo felice, ci dia il grande
impero! Yorgk Klaxl! Buona fortuna!!
Si girò verso il vecchio uomo che lo stava guardando
sorridendo e Lapo alzò il braccio al cielo sorridendo pure lui.
Le ore passarono velocemente, Lapo pensava a come
distruggere il trasmettitore di segnale e come fare a fermare tutti quei quasi
alieni ed inoltre non riusciva a capire come mai lui non si stava trasformando
mentalmente in alieno, mentre gli altri si, almeno vedendo il comportamento e
sentendo i loro discorsi, inaspettatamente Neejera si avvicinò a lui e lo baciò
e poi gli sussurrò all’orecchio di allontanarsi da lì ed andare a sabotare il
trasmettitore, lei avrebbe tenuto a bada gli altri, si stava trasformando ed
aveva paura di tradirlo.
-
Salva il
mondo, fallo anche per me! –
Lapo non voleva lasciarla, ma in cuor suo sapeva che
aveva ragione, ma sperava di trovare il modo di impedire la sua trasformazione,
poi li venne il colpo di genio, si ricordò che mentre tornavano verso casa vide
alcuni di loro rispondere al cellulare ed un attimo dopo si trasformavano
assumendo un’espressione come se vivessero in un’altra realtà, quindi abbracciò
Neejera e nell’orecchio le sussurrò di non rispondere al telefono per nessun
motivo e che lo dicesse anche a Norinaga il prima possibile, poi si allontanò
silenziosamente senza farsi vedere dagli altri; percorse i metri che lo
separavano dal campanile attento che nessuno lo vedesse, salì fino alla cima e
si sbarazzò facilmente dei due guardiani del trasmettitore; ora doveva trovare
il modo di disinnescare quel lanciatore di morte e lo doveva fare il più
velocemente possibile. Mancavano poche ore al tragico evento e doveva studiare
il modo di sabotarlo, ma fece presto perché si ricordo di alcune nozioni
studiate a scuola e dopo aver smontato il pulsante di avvio, mise in
cortocircuito i cavi sperando che al momento di pressione dello stesso
succedesse qualcosa, poi richiuse tutto, nascose il corpo delle sentinelle
uccise e tornò alla base e dopo aver parlato con Norinaga lo spedì insieme a
Donovan a fare la guardia al trasmettitore, poi fingendo con gli altri illustrò
la strategia di attacco alla popolazione.
Alle ventuno tutti, tranne lui e Neeraja, avevano
un’espressione di un altra realtà, alcuni cominciavano ad avere occhi più
grossi ed orecchie più lunghe, lui e l’indiana si misero le papaline e gli
occhiali per mascherare la loro non trasformazione.
Un sibilo fastidioso e penetrante cominciò a viaggiare
nell’etere, tutti furono presi da un’eccitazione complessiva, lui non provava
niente, ma Neejera cominciò ad avvertire un leggero mal di testa e sudorazione
fredda, Lapo si accorse del malessere della compagna e dopo averle consigliato
di pensare a qualcosa di piacevole, corse verso il campanile pensando a quello
che stava per succedere ed a quello che poteva provare il suo amico giapponese,
arrivò in cima al campanile alle ventuno e ventuno e proprio nel momento in cui
il vecchio uomo, che li aveva accolti per primo, stava premendo il pulsante,
vide Norinaga scivolare lentamente a terra premendosi le mani sulle tempie, poi
contemporaneamente ci fu lo scoppio all’interno del trasmettitore; il suo
sabotaggio era andato a buon fine, poi fece fuoco e mise fine all’esistenza
dell’odiato Donovan e dell’incredulo vecchio uomo. Cercò di aiutare Norinaga,
ma il giapponese non riusciva a reagire sopraffatto dal dolore, disse anche a
lui di provare a pensare a qualcosa di piacevole e lo abbandonò dirigendosi
verso il centro del paese da dove stava sentendo colpi di pistola e di mitra, i
quasi alieni avevano cominciato l’attacco alla popolazione che quasi tutta
inerte stava per soccombere sotto il fuoco nemico, per fortuna non tutti
rimasero sconvolti dall’imprevisto ed armatesi di fucili da caccia cominciarono
a rispondere al fuoco. Gli umani, sotto certi aspetti, erano avvantaggiati
dalla logistica; loro erano barricati negli edifici ed i quasi alieni allo
scoperto nelle vie del paese quindi bersagli più facili anche se erano
nettamente più numerosi. Lapo cominciò a sparare a tutti quelli che vedeva, ma
era rimasto solo rispetto alle sue previsioni, sicuramente lui sapeva cosa fare
e non era sorpreso dal cambiamento del piano, lui sapeva che doveva uccidere
loro e loro non sapevano che dovevano colpire lui, ma lui era solo e gli altri
erano molti; ma i corpi vestiti di nero cadevano e cadevano uccisi dai colpi di
Lapo e di quelli barricati nelle case, e mentre sparava si accorse di avere
dalla sua parte anche due cecchini preziosi, Neeraja dalla finestra della
camera e Norinaga dal campanile, sorrise e continuò ad eliminare più quasi
alieni che poteva, nel giro di quaranta minuti il fuoco cessò, il silenzio
improvvisamente calò sul paese, lui corse ad abbracciare Neeraja che nel
frattempo era scesa in strada ed insieme andarono a prendere Norinaga sul
campanile, il sibilo era terminato e pian piano l’indiana ed il giapponese
cominciarono a stare meglio, si abbracciarono tutti e tre insieme, in silenzio
e piangendo a dirotto come bambini. Poi le strade cominciarono ad affollarsi,
la popolazione lentamente cominciò ad uscire dalle loro abitazioni e ben presto
la piazza era gremita di gente incredula di quello che aveva vissuto; stavano
aspettando la profezia dei Maya e si erano ritrovati nel mezzo di un attacco e
lo sguardo che avevano negli occhi confermava la loro incredulità e
l’inconsapevolezza del non sapere.
Lapo si affacciò dal campanile e spiegò loro cosa era
successo e quello che sarebbe potuto accadere se non ci fossero stati loro tre,
chiese scusa e si rammaricò per le persone che purtroppo erano state uccise, ma
si sentì orgoglioso di tutte quelle che erano riusciti a salvare lì in quel
piccolo paese della Francia ed in tutte le parti del mondo.
Infine scesero in piazza con gli altri e vennero accolti
come eroi ed insieme aspettarono la fine del mondo che per fortuna non arrivò;
la mezzanotte passò ed anche l’una di notte ed allora tutti festeggiarono il
continuo della vita, anche se con il rammarico che alcuni di loro non avrebbero
brindato alla errata profezia dei Maya. Dopo i festeggiamenti però fecero i
conti con la dura realtà della vita, i danni agli edifici erano molti, i corpi
a cui rendere omaggio con degni funerali e meritate sepolture erano dodici e
poi c’era da liberarsi di quei centinaia e centinaia di quasi alieni morti non
per colpa loro, ma capitati in un gioco mortale a loro insaputa e probabilmente
senza aver avuto voglia di giocarci, ma ormai la notte si era impadronita del
paese ed tutti si ritirarono nelle loro abitazioni lasciando al domani il che
fare della propria vita, le immagini, trasmesse dai televisori, dei
festeggiamenti nel mondo della vita che continuava entrarono nelle loro menti
che lentamente si addormentarono.
La mattina dopo, felici di essere ancora vivi,
cominciarono a sistemare le cose, i lavori agli edifici, alle automobili, a
tutto ciò che era stato distrutto in quell’ora che nessuno dei partecipanti si
sarebbe mai scordato per il resto della propria esistenza; i corpi degli umani
uccisi furono lavati, vestiti ed adagiati nelle bare, gli altri furono arsi
nella camera ardente. Lapo, Neeraja e Norinaga diedero una mano a quella
popolazione felice ma in parte distrutta da quella orribile ed incredibile
esperienza e dopo qualche giorno, dopo aver partecipato al funerale di quei
dodici martiri, salutarono tutti e partirono per tornare alle loro case.
Naturalmente la notizia di quello che era accaduto nel
piccolo paese francese ben presto fece il giro del mondo ed inevitabilmente i
tre salvatori furono rintracciati dalla stampa e dalle televisioni; in breve
tempo tutti s’interessarono di loro e dopo essere stati interrogati dalle
autorità competenti furono dichiarati eroi dai loro rispettivi stati e da
quelli di tutto il mondo. Passarono giornate intere tra riconoscimenti ufficiali,
interviste per giornali ed apparizioni come ospiti speciali nelle trasmissioni
televisive, poi lentamente l’attenzione mediatica si attenuò perché nuovi
fatti, persone ed avvenimenti facevano più audience, ma loro tre rimasero
sempre gli eroi, coloro che avevano impedito l’invasione aliena e probabilmente
fatto fallire la profezia dei Maya.
Morirono di vecchiaia, come muoiono gli umani anche se
qualcosa di alieno era rimasto dentro di loro, ognuno nella propria città,
ognuno da solo, non si erano mai sposati, non avevano avuto figli perché non
avrebbero mai voluto dare un continuo alla loro specie ibrida, erano stati eroi
da vivi ed avevano voluto morire da eroi. Per il passato, per il presente, per
il futuro!
fine.................
Michele
La fine del mondo.........seconda parte............
-Allora buonanotte, a domani – rispose con la sua voce
delicata.
-Buonanotte – concluse Lapo con voce roca dall’emozione.
Lei entrò nella sua stanza senza girarsi, e lui mentre
apriva la sua camera si dette mentalmente del cretino.
Il soggiorno a Londra passò velocemente e piacevolmente,
tra letture di libri sulle varie profezie, visite in città, pub e locali
tipici, escursioni, bumping jumping, paintball, free climbing e pratica di
altri sport estremi.
Fra loro la conoscenza fu più approfondita, la complicità
aumentata e si lasciarono convinti di essere una buona squadra, ma senza aver
ottenuto risultati su quello che stavano cercando. Si salutarono calorosamente
con l’augurio e la convinzione di vedersi ancora, poi ognuno prese il proprio
aereo che li riportò nella loro realtà quotidiana.
Lapo ritornò nel suo piccolo paese e continuò a fare
quello che stava facendo prima del viaggio, proseguì ad investigare sui
messaggi, non aveva ancora ottenuto risultati ma ora aveva la consapevolezza
che non era solo, altri cercavano di capire qualcosa in più su questa folle
storia; i suoi sogni continuavano ad essere l’anteprima delle disgrazie ma non
aggiungevano altri dettagli alla sua ricerca, il tempo stava passando e mancava
ormai un mese alla fatidica data della fine del mondo nella profezia dei Maya,
le catastrofi aumentavano, le disgrazie si susseguivano giornalmente; anche gli
altri non avevano novità ma la paura sulla situazione del momento era tanta, il
terrore che i Maya avessero ragione era molto e quello che stava succedendo nel
mondo sembrava confermare la loro tesi.
Una mattina Lapo si svegliò con quaranta gradi di febbre
che lo fece stare a letto tutto il giorno sonnecchiando continuamente, ma
questo fatto invece di demoralizzarlo lo caricò positivamente, perché durante
questi piccoli sonnellini ebbe sogni rivelatori; capì il perché la scelta del
soggiorno fu Londra, sognò l’elenco dei nomi che erano presenti e mescolandosi
nella sua mente formarono con le iniziali L O N D O N , e ragionando da questo
punto di vista si soffermò a ripensare a tutto ciò che era successo nella
metropoli, tutte le varie attività praticate erano state indotte dai sogni che
aveva avuto; l’esperienza del paintball serviva per diventare una squadra
allenata per la guerra, bumping jumping per affinare il coraggio, free climbing
e le altre imprese estreme per formare carattere e fisico, tutto sembrava
essere stato fatto per forgiarli come guerrieri pronti a combattere; forse quel
messaggio era veramente arrivato da un mondo a loro sconosciuto, forse erano
veramente degli alieni mascherati da umani, forse qualcuno li stava manipolando
e comandando in attesa di qualcosa, ma cosa?!?!
Lapo si mise subito in contatto con gli altri, cominciò
con Neeraja poi con Norinaga, del quale aveva apprezzato la saggezza ed infine
con gli altri lasciando da ultimo Donovan per il quale provava antipatia e
diffidenza. A tutti comunicò le sue scoperte ed anche quello che pensava, era
quasi sicuro che fossero alieni in attesa di un comando dalla base madre, fece
notare che il loro forum era stato visitato da migliaia di persone, alcune di
loro avevano lasciato commenti tipo “Si l’ho ricevuto anch’io, ma sarà stato un
problema di frequenza o di segnale” oppure “Ricevuto pure io, ma non crederete
davvero a queste storie? Sarà sicuramente uno scherzo!” Tutti gli altri avevano
letto o visitato il forum senza lasciar traccia di loro dopo l’avvenuto
contatto. Decisero comunque di tenersi in contatto giornalmente, dato che ormai
mancavano davvero pochi giorni all’ipotetica fine del mondo.
Lapo continuava a fare sogni ma non scoprì niente di
nuovo e neanche gli altri ebbero sogni premonitori, ma la notte tra il 18 ed il
19 dicembre ebbe un sogno che gli fece spalancare la mente; le iniziali delle
città dove abitavano lui e gli altri suoi compari di avventura si trasformarono
in cubetti, come quelli che ci giocano i bambini, e cominciarono a girare
scambiandosi posto l’uno con gli altri sempre più velocemente fin quando
improvvisamente si bloccarono allineati formando la parola DARKWAR.
Lapo si svegliò di soprassalto come se avesse preso la
scossa, cercò di mettersi in contatto con la sua squadra ma nessuno rispondeva,
intuì che forse qualcosa stava accadendo e che era giunto il momento di agire,
doveva partire subito, aveva visto nel sogno anche un cartello BUGARACH e li
venne in mente che era il piccolo paese dove si ci si poteva salvare secondo la
profezia! Riempì uno zaino velocemente e partì con la sua jeep verso il sud
della Francia, continuò a telefonare ai suoi amici senza mai ottenere risposte,
il viaggio fu lungo ed inquietante, continuava a non capire quale sarebbe stato
il loro ruolo in questa storia, era convinto di trovare anche loro in quel
piccolo paese francese od almeno lo sperava, avrebbero affrontato insieme l’ora
x, il momento cruciale, avrebbero capito cosa era la DARKWAR e cosa erano loro.
Ci sarebbe stata la soluzione alla loro indagine.
Man mano che si avvicinava al paese cominciò a
preoccuparsi vedendo centinaia e centinaia di persone vestite di nero che
camminavano in fila indiana ai lati della strada, riconobbe prima Olivier e poi
Oleg e li caricò entrambi; fu contento di vederli ed anche loro lo furono, ma
avevano negli occhi un’espressione strana, come se stessero per trasformarsi,
anche loro erano vestiti completamente di nero, e Lapo si rese conto di essere
vestito di nero pure lui!, ed entrambi erano consapevoli che stava arrivando il
momento della verità, Lapo cominciò a raccontare loro del sogno che aveva fatto
del paese e dei blocchi e della parola che aveva visto formarsi, loro rimasero
impressionati da quello che ascoltarono e dissero entrambi che nel loro sogno
c’era un uomo che pubblicizzava questo luogo come salvezza alla profezia e che
non dovevano perdere tempo e partire per questa destinazione; anche loro
avevano provato a chiamare gli altri compreso lui ma non erano riusciti,
sembrava che i cellulari fossero staccati. Arrivarono in paese e naturalmente
tutti gli alberghi erano pieni, ma furono chiamati da un vecchio signore con i
capelli bianchi che gli offrì di stare in un vecchio casolare, lo propose come
se fossero amici, come se lui sapesse chi erano loro, naturalmente non rispose
alle loro domande in modo chiaro, rimase sempre nel vago ma s’intuiva che
sapeva molto di più! Ed infatti mentre si stavano avviando alla nuova dimora li
rassicurò sul fatto che quando sarebbero arrivati i loro amici li avrebbe
indirizzati al casolare! Sapeva, quel vecchio uomo sapeva tutto quello che
stava accadendo!!! Ma ad una nuova richiesta di spiegazioni, l’uomo sorrise
invitandoli ad andare a riposarsi; Lapo ed i suoi amici, pur se a malincuore e
con rancore, si avviarono alla loro base. Nel giro di qualche ora si
ritrovarono tutti e sette nel casolare offerto dal vecchio uomo, Lapo mentre
cercava un po’ di legna trovò un arsenale pieno di armi nuove, gli ultimi
modelli sul mercato, e mentre pensava se dirlo o no agli altri, arrivarono
Donovan ed Oleg e visto tutto l’armamentario a disposizione si equipaggiarono
di pistole, mitra, bombe a mano ed accessori vari, poi chiamarono gli altri che
copiarono immediatamente il canadese e l’ucraino; anche Lapo prese due pistole
ed un mitra con relative munizioni, ma cominciava a sentirsi infastidito da
quella situazione, pensava alla possibile fine del mondo annunciata dai Maya,
pensava alla probabile War Dark annunciata da non si sa bene chi e pensava a
loro, possibili alieni nascosti dentro se stessi e tutto ciò non li piaceva,
sperava che il popolo Maya si fosse sbagliato, non voleva che l’alieno, che
forse era dentro di lui, prendesse il posto dell’uomo che era stato fino a quel
momento e tantomeno avrebbe voluto far scoppiare una guerra per distruggere
tutta l’umanità, almeno così credeva che sarebbe andata a finire.
Cercò, guardandosi intorno, uno sguardo simile al suo, ma
non lo trovò, anzi vide eccitazione negli occhi degli altri, anche Neeraja pur
mantenendo il suo fascino sembrava sul punto di trasformarsi; non sapeva cosa
fare, ma sapeva che doveva fare qualcosa ed il prima possibile.
Mangiarono e poi andarono a dormire, c’erano soltanto quattro
stanze e tirarono a sorte le coppie, la bella Neeraja in quanto unica donna
venne lasciata sola, gli altri accoppiamenti furono Donovan ed Oleg, Luizinho
ed Olivier, Lapo e Norinaga; Lapo fu contento del suo compagno gli era piaciuto
fin dal primo momento che ci aveva parlato ed anche se lo conosceva poco
sentiva di potersi fidare.
Nella nottata Lapo sognò di essere un condottiero che a
capo dei suoi uomini invadeva, distruggendo ed uccidendo, nazioni su nazioni
creando un vasto impero, Fermali con la mente e poi uccidili, fermali con la
mente e poi uccidili sentiva rimbombare nella sua mente. Si svegliò di
soprassalto e dopo aver analizzato la
situazione decise di confidarsi con il saggio Norinaga, dopo averlo svegliato
gli raccontò tutto ciò che credeva di aver scoperto, cosa stavano per diventare
e quello che avrebbero dovuto commettere; e confessò, non sapendo se stava
facendo la cosa giusta, che lui non voleva far parte di questa storia ed
avrebbe combattuto per impedirla ed avrebbe voluto che anche lui fosse dalla
sua parte. Norinaga lo fissò per tutto il tempo che lui parlò, poi stette in
silenzio per alcuni minuti e dopo essersi guardato intorno confermò la sua
presenza al fianco di Lapo che fu felice che il giapponese avesse accettato e
propose di dirlo anche a Neeraja, la proposta venne immediatamente accolta per
il semplice motivo che anche lui riteneva l’indiana una persona fidata, ma al
tempo stesso chiese che agli altri non fosse detto niente, almeno per ora,
dovevano prima assicurarsi della loro fedeltà. Lapo annuì con convinzione ed
andò a bussare alla porta dell’indiana che dopo aver aperto lo invitò ad
entrare. Anche lei accettò subito, anche lei non voleva diventare uno strano
essere, anche lei non voleva la WarDark, anche lei aveva voglia di baciarlo e
si baciarono. Entrambi tornarono nella camera di Lapo e aspettando l’alba
ragionando su cosa avrebbero dovuto fare nel momento che sarebbe iniziato tutto
o il nulla, naturalmente avrebbero dovuto agire in modo che nessuno sospettasse
qualcosa e farlo soltanto al momento giusto, dovevano cercare di sapere quando
tutto ciò sarebbe cominciato e dovevano farsi trovare pronti e rilassati,
perciò decisero che era meglio dormire qualche ora.
Verso le undici furono svegliati da un suono di una
sirena ed un altoparlante avvertiva che un’ora dopo dovevano adunarsi nella
piazza del paese. Si vestirono e scesero a fare colazione, gli altri erano già
pronti ed armati e dopo averli salutati si avviarono alla piazza, e poco dopo
Lapo, Neeraja e Norinaga li raggiunsero.
Nel punto di ritrovo
erano ammassati centinaia e centinaia di persone tutte vestite di nero e tutte
armate di pistola e mitra e tutte con occhiali da sole.
continua..............
Michele
La fine del mondo..........prima parte.............
Il mondo stava cambiando in peggio, sembrava che la fine
stesse arrivando, smottamenti e frane dovute alle precipitazioni sempre più
abbondanti, terremoti e maremoti che distruggevano intere cittadine
cancellandole per sempre dagli atlanti, stragi di massa dovute a persone
imbecilli assetate di potere e di comando, edilizia frenetica ed irresponsabile
che aveva nel tempo rubato spazio alla natura e che ora sembrava voler riprendere
ciò che era suo, attentati terroristici, centrali nucleari in avaria e petroliere
affondate con perdite incalcolabili di petrolio, e non solo. Tutto questo
creava disagio a tutto il mondo, ma c’era un’altra cosa che preoccupava ancora
di più Lapo Lazzeri; era un messaggio sms ricevuto qualche anno fa; un
incomprensibile messaggio che sembrava essere arrivato dallo spazio, sul
momento non li aveva dato importanza, ma lo aveva lasciato memorizzato nel suo
telefono ed ora lo aveva messo al centro della sua attenzione.
Lapo era conosciuto tra gli amici come il detective
sfregiato, perché era appassionato di gialli, misteri ed affini, e perché da
piccolo ebbe un incidente con la bicicletta, che dopo molto dolore e spavento,
li lasciò in dote una piastra di metallo in testa e due cicatrici, una sulla
fronte ed una sulla guancia. Lavorava nelle poste, inizialmente come
portalettere, poi passò al bancone ed ora, dopo quasi trent’anni di servizio in
ufficio con una scrivania personale; conosceva un sacco di persone e molte di
loro, quando avevano avuto qualche problema, lo avevano interpellato
chiedendogli aiuto nel risolvere i loro relativi misteri di ruberie, ladrocini
ed anche alcune scomparse di cari, e Lapo spesso, anzi, quasi sempre, era
riuscito a risolvere in maniera egregia. Lapo era stato sposato ma l’unione era
durata soltanto due anni, poi sua moglie fuggì all’estero con il migliore amico
di lei e da quel giorno Lapo non volle più sapere di donne e di rapporti, e da
allora, oltre al lavoro ed agli amici, si dedicava alla sua grande passione:
l’investigazione e lo faceva seguendo, oltre a quelli degli amici, i vari casi
che sentiva alla televisione e nel suo piccolo cercava di trovare la soluzione.
Però da un anno a questa parte, tutta la sua attenzione
era dedicata a quel messaggio ricevuto alcuni anni prima e che dopo qualche
sogno incominciava ad essere interessante per lui. Nel tempo Lapo si era sempre
più convinto che quel messaggio venisse da un altro pianeta, da un’altra
dimensione, da un qualcosa a cui non sapeva dare un’identità certa.
¤H questo era il
mittente del messaggio
}DzƒAcr°i¦Yvvßòv:Ü~ƒEè2
questo il testo inviato alle ore 08.04.12 del 09/01/2093 circa ottanta anni
dopo la data reale di ricevimento da parte di Lapo. Come detto, sul momento,
Lapo non dette considerazione alla cosa anche se non lo cancellò dal suo
telefono cellulare, ma nel tempo il tarlo del mistero s’impossessò di lui e
cominciò a pensarci sempre più spesso, traendo la conclusione che il messaggio
veniva da un altro mondo, ma non aveva prove e quindi cominciò ad indagare
senza successo. Poi però cominciò a sognare e sognava quello che nel giro di
uno, due giorni accadeva, non sognava quello che succedeva nella sua comune
vita privata, ma sognava catastrofi, disgrazie e morti, come fosse un
avvertimento a non essere dove non doveva ed allora elaborò un’idea, una
supposizione che consisteva nel fatto che forse lui era, anzi che all’interno
di lui viveva un extraterrestre o che probabilmente era fin da piccolo, una
specie di ET travestito da umano inconsapevole di ciò ed ora per un oscuro motivo
veniva messo al corrente di ciò che stava accadendo da questo ipotetico popolo
alieno per proteggerlo. La sua convinzione cresceva ogni giorno di più ma non
trovava riscontro in niente ed allora cominciò a cercare su internet notizie
inerenti e quello che stava accadendo a lui, ma al momento nessuno ne faceva
parola. Chiamò anche il proprio gestore telefonico e con lui fece una ricerca
negli archivi, ma a loro non risultava neanche che fosse arrivato un messaggio
nel momento che lui asseriva di averlo ricevuto e questo fatto lo convinse
ancora di più che ci fosse dietro qualcosa di alieno.
Le disgrazie accadevano sempre più spesso e dato che
oramai eravamo entrati nell’anno della fine del mondo secondo i Maya, Lapo
cominciò ad essere sempre più preoccupato; i suoi sogni continuavano ad
avvertirlo delle catastrofi ma non erano precisi del luogo e nemmeno della
data, ma talmente era preoccupato e curioso che decise di mettersi in
aspettativa sul lavoro. La situazione atmosferica peggiorò con nevicate mai avute
fino ad ora, vulcani inattivi da anni che cominciarono ad eruttare lava
incandescente che si mescolava con la neve rendendo i paesaggi surreali, ma per
Lapo ci fu una svolta nell’indagine che stava svolgendo; finalmente qualcuno su
internet si era fatto vivo, c’era una richiesta di spiegazione su uno strano
messaggio ricevuto sul telefono cellulare; Lapo si attivò e cominciò ad avere
un dialogo on-line con l’autore della richiesta, che tra l’altro era una donna
indiana di nome Neeraja, la loro conversazione durò alcuni giorni e nel
frattempo altre persone si fecero vive, ognuna con il proprio messaggio
ricevuto da un’altra dimensione, ogni messaggio era diverso dagli altri ma
tutti avevano la stessa particolarità, erano stati spediti nello stesso giorno
9 gennaio 2093 anche se ad ore diverse. Nessuno dei riceventi però aveva avuto
i sogni premonitori come Lapo e nessuno di loro aveva dato importanza alla cosa
anzi, molti di quelli che si unirono al loro forum avevano cancellato il
messaggio, ma navigando in rete si erano trovati a scoprire questo fatto e gli
era tornato in mente di un sms strano ricevuto. Lapo non li escluse a priori,
prese nome ed indirizzo a tutti, ma soltanto con una quindicina si tenne
giornalmente in contatto. Qualche mese dopo, all’inizio dell’estate, sei di
loro lo avvertirono che avevano cominciato ad avere sogni strani che preannunciavano
morti ed incidenti vari; cinque di loro erano tra quelli sempre in contatto con
Lapo, era la stessa Neejera, il francese Olivier, l’ucraino Oleg, il brasiliano
Luizinho, il giapponese Norinaga ed il canadese Donovan che era uno tra quelli
che avevano cancellato il messaggio. Nel mentre, in collaborazione con gli
altri, Lapo aveva fatto controlli sul ricevimento dei messaggi, ma come era
stato per lui, nessuno dei gestori telefonici interpellati trovarono nei loro
database tracce di quei fantomatici messaggi.
Lapo era sempre più coinvolto da questa storia ma non
riusciva a scoprire niente di nuovo che potesse dare una svolta a tutto ciò,
alcune volte era addirittura arrivato a pensare di lasciar stare e considerare
tutto come una semplice coincidenza di cose o il buffo scherzo di un destino
burlone, ma poi passato il momento nero del suo umore, si catapultava con il
pensiero a cercare di capire cosa ci poteva essere sotto questa storia irreale.
Decise di dare una sterzata a questa situazione e chiese agli altri pseudo
alieni, se accettavano di incontrarsi realmente e non solo virtualmente; tutti
e sei risposero positivamente. Il luogo d’incontro fu stabilito a Londra, città
multirazziale ideale per lavoro, divertimento e cultura, il giorno il primo settembre;
mancavano solo venti giorni e Lapo cominciò a preparare i bagagli ed un piano
su cui lavorare per la settimana di soggiorno.
S’incontrarono tutti nella hall dell’albergo che avevano
prenotato, erano nel West End vicini a Trafalgar Square, all’inizio ci fu
imbarazzo ma svanì subito dopo le presentazioni, Lapo propose di andarsi a
sistemare nelle camere e poi ritrovarsi a cena, dove avrebbero iniziato a
parlare del motivo per cui erano là; fu colpito dalla determinazione e dalla
prestazione fisica dell’ucraino Oleg, dal fascino dell’integrante Neeraja e
dall’antipatia a pelle che emanava Donovan il canadese dai capelli rossi. Si
ritrovarono al tavolo ognuno con il suo stile di abbigliamento, con i propri
modi di fare e con le proprie idee sull’argomento principale della loro
riunione; il ricciolone Luizinho, l’affascinante Neeraja ed il biondissimo Oleg
erano coloro che più credevano in questa storia aliena, l’asiatico Norinaga
dimostrava tutta la sua timidezza e non era semplice farlo esprimere sui suoi pensieri,
anche se quel poco che diceva lo enunciava con evidente saggezza, il freak
Olivier con le sue originali basette lunghe e nere era una fornace d’idee e
supposizioni ma non si riusciva a capire ciò che in realtà pensava veramente e
poi c’era Donovan il pel di carota che sembrava essere il più contrario a
credere anche se non lo ammetteva apertamente. Tutto il discorso inizialmente
si basava sul credere e volere continuare ad indagare sul fatto oppure no e tra
una pietanza e l’altra, prima del dolce, arrivarono alla conclusione che
sarebbero andati avanti con la loro indagine, ed allora cominciarono a parlare
del piano di azione, decisero che il primo passo era quello di andare nelle
biblioteche in cerca di qualche libro che potesse rivelare loro qualche
informazione in più e seguire anche la pista Maya, dove magari potessero
trovare un accenno storico a qualcosa di simile alla loro situazione;
naturalmente, dato che doveva essere anche un piacevole soggiorno, decisero di
alternare indagine a divertimento, quindi mattina dedicata al lavoro e
pomeriggio e sera allo spasso, quindi Lapo propose che il giorno dopo sarebbero
potuti andare a praticare Paint Ball, gioco! di guerra a squadre con proiettili
di vernice, la proposta venne accettata con entusiasmo da tutti e dopo aver
concluso la cena con caffè ed amaro ed aver parlato in generale di se stessi
per una ventina di minuti, decisero di andare a letto per riposarsi dal viaggio
ed essere in piena forma il giorno seguente. Erano tutti allo stesso piano
dell’Hotel, il sesto per la precisione, lui e Neejera nel corridoio a sinistra
mentre gli altri a destra, si salutarono fuori dall’ascensore ed ognuno andò
verso le proprie camere, Lapo era sempre più affascinato dalla giovane indiana,
dal suo modo leggiadro di muoversi, dal suo sguardo intrigante, dal profumo che
emanava il suo corpo, dai lunghi capelli neri legati con una treccia, e
talmente era preso dai suoi pensieri che non si accorse di essersi fermato
davanti alla camera di lei che lo stava osservando con sguardo interrogativo.
-Ops scusa stavo immerso in un altro mondo che mi sono
estraniato da questo! Mi stavi dicendo qualcosa?-
-Niente d’importante! Solo che ero arrivata alla mia
stanza e ti auguravo buona notte!-.
-Scusa di nuovo, buonanotte anche a te! Ci vediamo domani
mattina! replicò imbarazzato osservando lei ed il numero della sua stanza -
Sono arrivato anche io comunque, ho la camera accanto alla tua! – continuò
vedendo il numero 66 nella porta accanto.
continua................................
Michele
martedì 18 dicembre 2012
con parole
Parole, parole, quante ne ho dette e quante ne ho sentite.
Parole buttate al vento, lanciate in aria solamente per farle cadere a terra.
Fiumi di parole riversate nelle menti, che spingono per uscire fuori, per abbracciarsi con altre, per mischiarsi e confrontarsi.
Parole che avresti voluto dire e che non hai mai detto, chiuse nelle segrete del vocabolario mentale.
Parole che non avresti, invece, voluto dire e che sono uscite con cattiveria ed ingenuità.
Parole che hanno salvato, ucciso, condannato e perdonato.
Tutto è stato fatto e tutto si farà con voi!
Michele
Parole buttate al vento, lanciate in aria solamente per farle cadere a terra.
Fiumi di parole riversate nelle menti, che spingono per uscire fuori, per abbracciarsi con altre, per mischiarsi e confrontarsi.
Parole che avresti voluto dire e che non hai mai detto, chiuse nelle segrete del vocabolario mentale.
Parole che non avresti, invece, voluto dire e che sono uscite con cattiveria ed ingenuità.
Parole che hanno salvato, ucciso, condannato e perdonato.
Tutto è stato fatto e tutto si farà con voi!
Michele
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