Ad un tratto apparve il vecchio uomo che aveva donato
loro la casa e cominciò a parlare; fu un’esperienza strana perché la sua mente
percepiva frasi di guerra ed indicazioni di come farla, mentre le orecchie
ascoltavano frasi piene di ottimismo sulla profezia errata dei Maya, e capì
come mai gli abitanti del luogo ascoltavano sereni e rilassati senza
immaginarsi a cosa potevano andare incontro.
- Popolo Xanardiano, il grande momento sta arrivando,
l’inizio della WarDark è vicino, stiamo per ottenere una grande vittoria per il
nostro popolo, alle ore ventuno e ventuno minuti il grande ultrasuono si
abbatterà sul mondo provocando in tutto il genere umano la grande catalessi ed
in quel momento avrà inizio la nostra missione che consiste nell’uccidere tutti
gli umani che sono presenti in questo paese, in modo tale di mettere al sicuro
il nostro trasmettitore del segnale che è installato sul campanile della
chiesa, fatto questo invieremo un segnale a Xanar che potrà a quel punto
inviare le truppe dell’esercito per impadronirci del mondo intero; il
comandante di questa operazione è lui disse indicando Lapo e la sua squadra è
quella intorno a lui, quindi ogni suo ordine dovrà essere eseguito. Perciò
difendiamo il trasmettitore, uccidiamo tutti gli umani ed otteniamo la grande
vittoria. Viva Xanar, viva il grande impero. -
Un fragoroso applauso si abbatté sulla piazza e nel giro
di una decina di minuti sparirono quasi tutti e mentre la squadra si avviava
verso la casa Lapo, sentì nella sua mente :- Comandante Krotz101 siamo nelle
sue mani, ci porti alla vittoria, ci renda un popolo felice, ci dia il grande
impero! Yorgk Klaxl! Buona fortuna!!
Si girò verso il vecchio uomo che lo stava guardando
sorridendo e Lapo alzò il braccio al cielo sorridendo pure lui.
Le ore passarono velocemente, Lapo pensava a come
distruggere il trasmettitore di segnale e come fare a fermare tutti quei quasi
alieni ed inoltre non riusciva a capire come mai lui non si stava trasformando
mentalmente in alieno, mentre gli altri si, almeno vedendo il comportamento e
sentendo i loro discorsi, inaspettatamente Neejera si avvicinò a lui e lo baciò
e poi gli sussurrò all’orecchio di allontanarsi da lì ed andare a sabotare il
trasmettitore, lei avrebbe tenuto a bada gli altri, si stava trasformando ed
aveva paura di tradirlo.
-
Salva il
mondo, fallo anche per me! –
Lapo non voleva lasciarla, ma in cuor suo sapeva che
aveva ragione, ma sperava di trovare il modo di impedire la sua trasformazione,
poi li venne il colpo di genio, si ricordò che mentre tornavano verso casa vide
alcuni di loro rispondere al cellulare ed un attimo dopo si trasformavano
assumendo un’espressione come se vivessero in un’altra realtà, quindi abbracciò
Neejera e nell’orecchio le sussurrò di non rispondere al telefono per nessun
motivo e che lo dicesse anche a Norinaga il prima possibile, poi si allontanò
silenziosamente senza farsi vedere dagli altri; percorse i metri che lo
separavano dal campanile attento che nessuno lo vedesse, salì fino alla cima e
si sbarazzò facilmente dei due guardiani del trasmettitore; ora doveva trovare
il modo di disinnescare quel lanciatore di morte e lo doveva fare il più
velocemente possibile. Mancavano poche ore al tragico evento e doveva studiare
il modo di sabotarlo, ma fece presto perché si ricordo di alcune nozioni
studiate a scuola e dopo aver smontato il pulsante di avvio, mise in
cortocircuito i cavi sperando che al momento di pressione dello stesso
succedesse qualcosa, poi richiuse tutto, nascose il corpo delle sentinelle
uccise e tornò alla base e dopo aver parlato con Norinaga lo spedì insieme a
Donovan a fare la guardia al trasmettitore, poi fingendo con gli altri illustrò
la strategia di attacco alla popolazione.
Alle ventuno tutti, tranne lui e Neeraja, avevano
un’espressione di un altra realtà, alcuni cominciavano ad avere occhi più
grossi ed orecchie più lunghe, lui e l’indiana si misero le papaline e gli
occhiali per mascherare la loro non trasformazione.
Un sibilo fastidioso e penetrante cominciò a viaggiare
nell’etere, tutti furono presi da un’eccitazione complessiva, lui non provava
niente, ma Neejera cominciò ad avvertire un leggero mal di testa e sudorazione
fredda, Lapo si accorse del malessere della compagna e dopo averle consigliato
di pensare a qualcosa di piacevole, corse verso il campanile pensando a quello
che stava per succedere ed a quello che poteva provare il suo amico giapponese,
arrivò in cima al campanile alle ventuno e ventuno e proprio nel momento in cui
il vecchio uomo, che li aveva accolti per primo, stava premendo il pulsante,
vide Norinaga scivolare lentamente a terra premendosi le mani sulle tempie, poi
contemporaneamente ci fu lo scoppio all’interno del trasmettitore; il suo
sabotaggio era andato a buon fine, poi fece fuoco e mise fine all’esistenza
dell’odiato Donovan e dell’incredulo vecchio uomo. Cercò di aiutare Norinaga,
ma il giapponese non riusciva a reagire sopraffatto dal dolore, disse anche a
lui di provare a pensare a qualcosa di piacevole e lo abbandonò dirigendosi
verso il centro del paese da dove stava sentendo colpi di pistola e di mitra, i
quasi alieni avevano cominciato l’attacco alla popolazione che quasi tutta
inerte stava per soccombere sotto il fuoco nemico, per fortuna non tutti
rimasero sconvolti dall’imprevisto ed armatesi di fucili da caccia cominciarono
a rispondere al fuoco. Gli umani, sotto certi aspetti, erano avvantaggiati
dalla logistica; loro erano barricati negli edifici ed i quasi alieni allo
scoperto nelle vie del paese quindi bersagli più facili anche se erano
nettamente più numerosi. Lapo cominciò a sparare a tutti quelli che vedeva, ma
era rimasto solo rispetto alle sue previsioni, sicuramente lui sapeva cosa fare
e non era sorpreso dal cambiamento del piano, lui sapeva che doveva uccidere
loro e loro non sapevano che dovevano colpire lui, ma lui era solo e gli altri
erano molti; ma i corpi vestiti di nero cadevano e cadevano uccisi dai colpi di
Lapo e di quelli barricati nelle case, e mentre sparava si accorse di avere
dalla sua parte anche due cecchini preziosi, Neeraja dalla finestra della
camera e Norinaga dal campanile, sorrise e continuò ad eliminare più quasi
alieni che poteva, nel giro di quaranta minuti il fuoco cessò, il silenzio
improvvisamente calò sul paese, lui corse ad abbracciare Neeraja che nel
frattempo era scesa in strada ed insieme andarono a prendere Norinaga sul
campanile, il sibilo era terminato e pian piano l’indiana ed il giapponese
cominciarono a stare meglio, si abbracciarono tutti e tre insieme, in silenzio
e piangendo a dirotto come bambini. Poi le strade cominciarono ad affollarsi,
la popolazione lentamente cominciò ad uscire dalle loro abitazioni e ben presto
la piazza era gremita di gente incredula di quello che aveva vissuto; stavano
aspettando la profezia dei Maya e si erano ritrovati nel mezzo di un attacco e
lo sguardo che avevano negli occhi confermava la loro incredulità e
l’inconsapevolezza del non sapere.
Lapo si affacciò dal campanile e spiegò loro cosa era
successo e quello che sarebbe potuto accadere se non ci fossero stati loro tre,
chiese scusa e si rammaricò per le persone che purtroppo erano state uccise, ma
si sentì orgoglioso di tutte quelle che erano riusciti a salvare lì in quel
piccolo paese della Francia ed in tutte le parti del mondo.
Infine scesero in piazza con gli altri e vennero accolti
come eroi ed insieme aspettarono la fine del mondo che per fortuna non arrivò;
la mezzanotte passò ed anche l’una di notte ed allora tutti festeggiarono il
continuo della vita, anche se con il rammarico che alcuni di loro non avrebbero
brindato alla errata profezia dei Maya. Dopo i festeggiamenti però fecero i
conti con la dura realtà della vita, i danni agli edifici erano molti, i corpi
a cui rendere omaggio con degni funerali e meritate sepolture erano dodici e
poi c’era da liberarsi di quei centinaia e centinaia di quasi alieni morti non
per colpa loro, ma capitati in un gioco mortale a loro insaputa e probabilmente
senza aver avuto voglia di giocarci, ma ormai la notte si era impadronita del
paese ed tutti si ritirarono nelle loro abitazioni lasciando al domani il che
fare della propria vita, le immagini, trasmesse dai televisori, dei
festeggiamenti nel mondo della vita che continuava entrarono nelle loro menti
che lentamente si addormentarono.
La mattina dopo, felici di essere ancora vivi,
cominciarono a sistemare le cose, i lavori agli edifici, alle automobili, a
tutto ciò che era stato distrutto in quell’ora che nessuno dei partecipanti si
sarebbe mai scordato per il resto della propria esistenza; i corpi degli umani
uccisi furono lavati, vestiti ed adagiati nelle bare, gli altri furono arsi
nella camera ardente. Lapo, Neeraja e Norinaga diedero una mano a quella
popolazione felice ma in parte distrutta da quella orribile ed incredibile
esperienza e dopo qualche giorno, dopo aver partecipato al funerale di quei
dodici martiri, salutarono tutti e partirono per tornare alle loro case.
Naturalmente la notizia di quello che era accaduto nel
piccolo paese francese ben presto fece il giro del mondo ed inevitabilmente i
tre salvatori furono rintracciati dalla stampa e dalle televisioni; in breve
tempo tutti s’interessarono di loro e dopo essere stati interrogati dalle
autorità competenti furono dichiarati eroi dai loro rispettivi stati e da
quelli di tutto il mondo. Passarono giornate intere tra riconoscimenti ufficiali,
interviste per giornali ed apparizioni come ospiti speciali nelle trasmissioni
televisive, poi lentamente l’attenzione mediatica si attenuò perché nuovi
fatti, persone ed avvenimenti facevano più audience, ma loro tre rimasero
sempre gli eroi, coloro che avevano impedito l’invasione aliena e probabilmente
fatto fallire la profezia dei Maya.
Morirono di vecchiaia, come muoiono gli umani anche se
qualcosa di alieno era rimasto dentro di loro, ognuno nella propria città,
ognuno da solo, non si erano mai sposati, non avevano avuto figli perché non
avrebbero mai voluto dare un continuo alla loro specie ibrida, erano stati eroi
da vivi ed avevano voluto morire da eroi. Per il passato, per il presente, per
il futuro!
fine.................
Michele
Fine?
RispondiEliminaLol!
Mi è piaciuto!
Bravo Mik, se ci fosse ancora qualche editore "vero" di fumetti "veri" in questo strano paese sarebbe da provare a disegnarlo e metterlo su albo...
RispondiEliminaFinale aperto poi, per lasciar la possibilità di farne un secondo volume! :))
R.
Ne abbiamo parlato molte volte che avremmo potuto collaborare in tal senso in un altro paese, ma purtroppo come già mi hai spiegato da noi è difficile od impossibile farlo............ ma noi siamo ottimisti e chissà cosa potrà succedere....... magari in futuro saremo noi gli editori di noi stessi............ per ora penne, matite, lapis e fantasia..............
RispondiEliminaMichele